Credo che vadano anzitutto compresi gli obiettivi della guerra partigiana. Fondamentalmente, c'erano due approcci:
1. quello delle formazioni socialiste, liberali, cattoliche, di Giustizia e Libertà, repubblicane;
2. quello dei comunisti e dei militari, specie reduci dalla Grecia, dall'Albania, dalla Russia ecc.
Schematizzando:
l'approccio 1. era essenzialmente : liberare le città dai nazifascisti prima che arrivassero gli Alleati, ma confidando sulla loro spinta militarmente vincente, per poi prendere in mano la situazione e far sì che fossero i CLN a trattare con le forze alleate. Lo scopo era: impedire alla vecchia classe dirigente prefascista di riprendere il potere, in quanto era ritenuta responsabile dell'avvento del fascismo. Dunque le azioni erano per lo più non azioni di guerra vera e propria, ma di guerriglia, svolte in pochi e in piccolissimi gruppi, per indurre anzitutto i nazifascisti ad aver paura di qualsiasi civile italiano incontrassero e rompere il clima di indifferenza e di acquiescenza che pareva avvolgere la maggioranza degli italiani. Insomma: spingere i nazifascisti a un'odiosa repressione generalizzata per ottenere una reazione altrettanto generalizzata. Salvo attaccare in forze -avendo . mantenuto i contatti radio con gli Alleati- quando si era certi che stessero per arrivare sul posto, occupando per primi le città ed evitando che la vecchia classe dirigente prefascista tornasse ai suoi posti di comando come se nulla fosse accaduto;
approccio 2.: vera e propria guerra condotta con azioni propriamente militari in campo aperto, spesso eroiche proprio perché in inferiorità di mezzi e uomini. Per i militari la spiegazione è lpiù che altro nelladdestramento che avevano ricevuto, per cui vedevano lo scontro come un vero e proprio scontro bellico, e spesso non ne vedevano il lato politico. Per i comunisti -ed è la ragione principale per cui hanno avuto il maggior numero di persone in galera o uccise in campo aperto- si combatteva per rovesiare ogni ordine borghese: pre-fascista, fascista, post-fascista, e per conseguire la vittoria del proletariato. Resistenza e Guerra rivoluzionaria erano, per i più di loro, la stessa cosa. Quindi le formazioni comuniste spesso scendevano in campo numerose, organizzate in "truooe" al modo militare e con morti in quantità. Si può condividere o meno l'approccio, si può considerarlo politicamente errato, ma è innegabile l'abnegazione e spesso l'eroismo dei comunisti.
Non è un caso che poi la svolta di Salerno, voluta da Togliatti perché di concerto con Stalin aveva capito che la Rivoluzione in Italia doveva attendere, spiazzasse il resto dei CLN.
Ad ogni buon conto, se stiamo qui a parlare liberamente lo dobbiamo non solo agli Alleati, ma anche a quelle donne e quegli uomini che rischiarono e spesso sacrificarono la vita.
Ciò detto, mi pare chiaro che, come in ogni situazione di guerra, specie dopo il '43, si liberi anche la canaglia. E' sempre così: da chi era composta la massa della Milizia fascista della prima ora o le SA e le SS naziste, se non da teppa e avanzi di galera cui il successo di quelle idee politiche faceva intravvedere un ribaltamento della propria condizione esistenziale e sociale?
Bene: dopo il 25 Aprile '43, anche ai partigiani si mescola la canaglia. Spesso spietata, perché quanti più fascisti eliminava, tanto più si accreditava come liberatrice e portatrice dei nuovi valori di libertà. Si rifaceva una verginità antifascista spesso anche chi era stato grigio connivente col Regime: anche questo succede sistematicamente, nelle vicende umane. Ci furono anche Fascisti che morirono eroicamente per ferma volontà di non rinnegare il loro passato e i loro ideali. E persone uccise senza che c'entrassero nulla o che avevano avuto ruoli insignificanti o solo per vendette e rancori personali e di nessuna rilevanza politica.
Liberiamoci da ogni visione retorica, romantica e idealistica della storia e capiremo che, per compiersi, la storia si avvale anche del peggio della natura umana, piegandolo a finalità che sanno poi trascendere e superare quel peggio di noi, che è anche e sempre parte di noi tutti, chi più chi meno.