L'Afghanistan in passato era un possedimento dell'impero britannico, ma fin dal XIX secolo nel suo vastissimo territorio montuoso si sviluppò una guerriglia che gli inglesi non riuscirono a debellare. Poichè il paese era povero per la Gran Bretagna diventò antieconomico investire ingenti risorse per mantenere sotto il proprio dominio l'Afghanistan, e dopo varie vicissitudini si arrivò nel 1913 alla creazione di un nuovo stato indipendente: il Regno di Afghanistan.
Tale stato risulta essere un crogiuolo di popoli e culture diverse: Pastun, Tagiki, Uzbeki, ecc... L'etnia più consistente (ma comunque divisa al suo interno) è quella dei Pastun che raccoglie oltre il 60% della popolazione ed è a tale etnia che appartiene il Re.
Nel 1933, dopo un periodo di tensioni e rivolte, sale al trono il Re Mohammad Zahir Shah, che regna per 40 anni. Inizialmente lascia esercitare i suoi poteri a suo zio per via della giovane età, e va a studiare in Inghilterra. Dopo aver viaggiato molto finalmente inizia ad esercitare i suoi poteri e si rivela un Re molto saggio, che riesce, sia pure lentamente e con grande difficoltà per via dell'opposizione di alcuni "notabili" locali, a modernizzare almeno in parte il paese.
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Tuttavia con l'avvento della Guerra Fredda il paese si trova ad essere sotto pressione sia dei vicini sovietici che degli americani. La situazione internazionale riaccende con maggior vigore le mai sopite tensioni interne che sfociano nel 1973 quando, approfittando dell'assenza del sovrano (momentaneamente in vacanza a Roma), Daoud Khan (cugino del sovrano) effettua un colpo di stato e proclama la repubblica.
Subito dopo si assiste ad un avvicinamento dell'Afghanistan all'URSS. Infatti Daoud Khan, pur non intendendo abbracciare il comunismo, decide di non rimanere ancorato all'area di influenza occidentale (come intendeva fare il sovrano). Tuttavia quando si oppone ad una eccessiva influenza sovietica, l'URSS favorisce un colpo di stato con il quale il locale partito comunista dopo varie vicissitudini (e dopo aver ucciso Daoud Khan) conquista il potere.
Ovviamente il laicismo dell'ideologia comunista si scontra frontalmente con il forte radicamento mussulmano, e subito rinasce nelle montagne afghane la guerriglia che tanto sangue era costato nel secolo precedente agli inglesi. Nel 1979 l'URSS invade l'afghanistan imponendo un governo fortemente filosovietico e cercando di ottenere il controllo di tutto il paese con un poderoso impegno militare.
E' un invito a nozze agli Stati Uniti che subito inviano aiuti ai mujaheddin afghani. Gli USA favoriscono la nascita di una Guerra Santa (anche con i loro mezzi di comunicazione di massa: si veda la trama del noto film "Rambo III") nella quale si arruolano volontari anche tanti arabi di origine non afghana (egiziani, sauditi, ecc...).
In particolar modo sotto pressione americana alcuni paesi arabi liberano dalle loro prigioni i locali terroristi islamici a condizione che questi vadano a combattere in Afghanistan. Insomma andare a combattere in Afghanistan è un po' come nel XIX secolo si andava a combattere per la legione straniera: ci si rifà una verginità penale (anche per i peggiori delinquenti), si combatte per una giusta casua (la Guerra Santa), si riceve un discreto equipaggiamento militare e il vitto è assicurato.
In tale guerriglia si distingue l'emiro Bin Laden che, ricchissimo di famiglia, investe molto nella formazione spirituale e materiale dei guerriglieri e per questo è "coccolato" dagli USA che lo appoggiano in ogni modo.
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Nel 1989 crolla il muro di Berlino e l'URSS (che si dissolverà due anni dopo) ritira le sue truppe dall'Afghanistan dopo aver subito sanguinose perdite in 10 anni di guerriglia. Il locale governo fantoccio instaurato dai sovietici non è in grado di sostenersi da solo e scende a patto con i ribelli, dissolvendosi subito dopo.
A questo punto inizia la lotta per il potere tra le varie componenti della guerriglia. Contrariamente a quanto si pensa è il fattore etnico che prevale sugli aspetti politici e religiosi. Scoppia dunque una lunga e sanguinosa guerra civile e l'etnia dominante dei Pastun prende il potere, ma deve spartirlo con i Tagiki, minoritari nel paese, ma fortemente maggioritari in alcune zone del nord confinanti con il nuovo stato del Tagikistan (nato dalla dissoluzione dell'URSS e ovviamente prodigo nell'aiutare i cugini tagiki-afghani).
All'interno dei Pastun dopo varie vicissitudini prende il potere la fazione dei Taliban (letteralmente "studenti di teologia") che nel 1996 impongono al paese una dittatura religiosa talmente retrograda da essere "snobbata" perfino dal regime islamico iraniano. Il capo dei Taliban (da noi italianizzato in "Talebani") è il Mullah Omar che è padrone del paese, ma ben presto scoppia la rivolta tagika nel nord. I talebani non riescono a sedare la rivolta, ma i tagiki non riescono ad allargare la rivolta a tutto il paese.
Nel frattempo Bin Laden continua coerentemente la "sua" Guerra Santa fondando una propria organizzazione (Al Qaeda, letteralmente "La Base") nella quale inquadrare e coordinare le varie organizzazioni terroristiche locali di ogni angolo del pianeta garantendo a ciascuna di esse un largo margine di autonomia. Tuttavia gli USA sostengono Bin Laden solo finchè conviene loro, ma quando finisce la Guerra Fredda gli voltano le spalle per compiacere i vari regimi arabi ognuno dei quali, moderato o meno che sia, si trova ad avere un'opposizione armata estremista al suo interno.
Ben presto Bin Laden diventa il ricercato numero 1 degli americani per via dell'appoggio diretto o indiretto dato ai movimenti terroristici di mezzo mondo (alcuni dei quali cominciano a fare attentati anche negli USA) e trova rifugio in Afghanistan, dove è un eroe nazionale.
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Dopo gli attentati dell'11 settembre gli USA appoggiano pesantemente i ribelli tagikie con intensi bombardamenti e paracadutando forze speciali sul territorio. I tagiki riescono nel giro di pochi mesi a conquistare i maggiori centri del paese e la capitale Kabul.
A questo punto gli americani aerosbarcano nel paese incenti forze militari facenti capo a due distinti comandi: il comando NATO, di natura multinazionale ed operante secondo le direttive ONU ed il comando relativo alla missione Enduring Freedom, esclusivamente nelle mani degli USA e sotto il quale vi sono in massima parte reparti dell'esercito americano e alcuni reparti dei paesi più filoamericani (sono assenti gli italiani). Quest'ultimo comando risponde solo al Presidente USA e agisce in maniera del tutto autonoma.
Per gli americani l'Afghanistan è un "incidente di percorso" in quanto il loro vero obiettivo è il ricchissimo Iraq nel quale convergono la stragrande maggior parte delle risorse economiche e nel quale vengono spostate molte truppe inizialmente destinate al teatro afghano. Gli americani si comportano in Afganistan secondo il loro solito schema: partendo dall'idea che gli USA sono la patria della democrazia e che quindi l'unica forma di democrazia è quella che loro conoscono, scelgono la classe dirigente (alla quale affidare parte del potere prima che sia possibile effettuare libere elezioni) tra i notabili locali che ritengono più affidabili (cioè tra quelli che lèccano loro di più il cùlo e che consentono agli uomini d'affari americani che finanziano la campagna elettorale del Presidente di fare i migliori affari con i soldi della ricostruzione), immaginando che questi abbiano una certa forza di trascinamento sul resto della popolazione. Invece al di là delle apparenze tra questi e la popolazione nasce un distacco sempre più profondo ed aumentano gli scontenti. Ovviamente grazie all'appoggio americano tale classe politica ottiene sempre buoni risultati alle varie elezioni (nelle quali comunque vi sono molti brogli).
Contemporaneamente rinasce nel paese la "classe" dei narcotrafficanti di droga (l'Afghanistan, tranne nel periodo dei talebani, è sempre stato uno dei maggiori produttori mondiale di oppio) che in precedenza era stata sanguinosamente eliminata dai talebani sia per motivi religiosi (da sempre l'estremismo islamico è contrario al traffico di droga) sia perchè il loro potere minacciava di fare da contraltare al loro.
Nel frattempo alcune delle fazioni più radicali dei talebani non hanno mai deposto le armi ed esse si uniscono i produttori ed i trafficanti locali di oppio nonchè gli scontenti di ogni tipo (componente maggioritaria) formando una eterogenea alleanza che per la terza volta nella storia afghana genera una intensa guerriglia tra le montagne. Tale opposizione armata è strumentalmente indicata con il nome "Taliban" dagli USA, ma è qualcosa di molto diverso e molto complesso da spiegare (che forse nessuno conosce veramente).
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Da molti anni quasi tutte le nazioni impegnate nella missione di pace in Afghanistan sono convinte della necessità di trovare una soluzione politica (cioè di trattare con i ribelli), ma il Presidente Bush rimaneva intestardito sull'idea "neocon" di pacificare l'Afghanistan con la forza nonostante lo stesso Karzai (presidente dell'Afghanistan sostenuto dagli americani) lo invitava a trattare.
L'arrivo di Obama ha riacceso le speranze. Il nuovo Presidente americano ha inviato nuove truppe non per pacificare con la forza l'Afghanistan, ma solo perchè se ottiene qualche vittoria allora quando successivamente aprirà le trattative i ribelli saranno più malleabili...
Funzionerà? Vedremo...
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Dopo tutta questa faticaccia me li dai i 10 punti? ;-)
Ciao e buon anno!