Domanda:
sapete dirmi in sostanza qual'è la situazione dell'afghanistan oggi?
moonlight
2009-12-30 10:13:58 UTC
sapete dirmi in sostanza qual'è la situazione dell'afghanistan oggi?
Otto risposte:
Mr. M
2009-12-30 15:31:44 UTC
L'Afghanistan in passato era un possedimento dell'impero britannico, ma fin dal XIX secolo nel suo vastissimo territorio montuoso si sviluppò una guerriglia che gli inglesi non riuscirono a debellare. Poichè il paese era povero per la Gran Bretagna diventò antieconomico investire ingenti risorse per mantenere sotto il proprio dominio l'Afghanistan, e dopo varie vicissitudini si arrivò nel 1913 alla creazione di un nuovo stato indipendente: il Regno di Afghanistan.



Tale stato risulta essere un crogiuolo di popoli e culture diverse: Pastun, Tagiki, Uzbeki, ecc... L'etnia più consistente (ma comunque divisa al suo interno) è quella dei Pastun che raccoglie oltre il 60% della popolazione ed è a tale etnia che appartiene il Re.



Nel 1933, dopo un periodo di tensioni e rivolte, sale al trono il Re Mohammad Zahir Shah, che regna per 40 anni. Inizialmente lascia esercitare i suoi poteri a suo zio per via della giovane età, e va a studiare in Inghilterra. Dopo aver viaggiato molto finalmente inizia ad esercitare i suoi poteri e si rivela un Re molto saggio, che riesce, sia pure lentamente e con grande difficoltà per via dell'opposizione di alcuni "notabili" locali, a modernizzare almeno in parte il paese.



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Tuttavia con l'avvento della Guerra Fredda il paese si trova ad essere sotto pressione sia dei vicini sovietici che degli americani. La situazione internazionale riaccende con maggior vigore le mai sopite tensioni interne che sfociano nel 1973 quando, approfittando dell'assenza del sovrano (momentaneamente in vacanza a Roma), Daoud Khan (cugino del sovrano) effettua un colpo di stato e proclama la repubblica.



Subito dopo si assiste ad un avvicinamento dell'Afghanistan all'URSS. Infatti Daoud Khan, pur non intendendo abbracciare il comunismo, decide di non rimanere ancorato all'area di influenza occidentale (come intendeva fare il sovrano). Tuttavia quando si oppone ad una eccessiva influenza sovietica, l'URSS favorisce un colpo di stato con il quale il locale partito comunista dopo varie vicissitudini (e dopo aver ucciso Daoud Khan) conquista il potere.



Ovviamente il laicismo dell'ideologia comunista si scontra frontalmente con il forte radicamento mussulmano, e subito rinasce nelle montagne afghane la guerriglia che tanto sangue era costato nel secolo precedente agli inglesi. Nel 1979 l'URSS invade l'afghanistan imponendo un governo fortemente filosovietico e cercando di ottenere il controllo di tutto il paese con un poderoso impegno militare.



E' un invito a nozze agli Stati Uniti che subito inviano aiuti ai mujaheddin afghani. Gli USA favoriscono la nascita di una Guerra Santa (anche con i loro mezzi di comunicazione di massa: si veda la trama del noto film "Rambo III") nella quale si arruolano volontari anche tanti arabi di origine non afghana (egiziani, sauditi, ecc...).



In particolar modo sotto pressione americana alcuni paesi arabi liberano dalle loro prigioni i locali terroristi islamici a condizione che questi vadano a combattere in Afghanistan. Insomma andare a combattere in Afghanistan è un po' come nel XIX secolo si andava a combattere per la legione straniera: ci si rifà una verginità penale (anche per i peggiori delinquenti), si combatte per una giusta casua (la Guerra Santa), si riceve un discreto equipaggiamento militare e il vitto è assicurato.



In tale guerriglia si distingue l'emiro Bin Laden che, ricchissimo di famiglia, investe molto nella formazione spirituale e materiale dei guerriglieri e per questo è "coccolato" dagli USA che lo appoggiano in ogni modo.



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Nel 1989 crolla il muro di Berlino e l'URSS (che si dissolverà due anni dopo) ritira le sue truppe dall'Afghanistan dopo aver subito sanguinose perdite in 10 anni di guerriglia. Il locale governo fantoccio instaurato dai sovietici non è in grado di sostenersi da solo e scende a patto con i ribelli, dissolvendosi subito dopo.



A questo punto inizia la lotta per il potere tra le varie componenti della guerriglia. Contrariamente a quanto si pensa è il fattore etnico che prevale sugli aspetti politici e religiosi. Scoppia dunque una lunga e sanguinosa guerra civile e l'etnia dominante dei Pastun prende il potere, ma deve spartirlo con i Tagiki, minoritari nel paese, ma fortemente maggioritari in alcune zone del nord confinanti con il nuovo stato del Tagikistan (nato dalla dissoluzione dell'URSS e ovviamente prodigo nell'aiutare i cugini tagiki-afghani).



All'interno dei Pastun dopo varie vicissitudini prende il potere la fazione dei Taliban (letteralmente "studenti di teologia") che nel 1996 impongono al paese una dittatura religiosa talmente retrograda da essere "snobbata" perfino dal regime islamico iraniano. Il capo dei Taliban (da noi italianizzato in "Talebani") è il Mullah Omar che è padrone del paese, ma ben presto scoppia la rivolta tagika nel nord. I talebani non riescono a sedare la rivolta, ma i tagiki non riescono ad allargare la rivolta a tutto il paese.



Nel frattempo Bin Laden continua coerentemente la "sua" Guerra Santa fondando una propria organizzazione (Al Qaeda, letteralmente "La Base") nella quale inquadrare e coordinare le varie organizzazioni terroristiche locali di ogni angolo del pianeta garantendo a ciascuna di esse un largo margine di autonomia. Tuttavia gli USA sostengono Bin Laden solo finchè conviene loro, ma quando finisce la Guerra Fredda gli voltano le spalle per compiacere i vari regimi arabi ognuno dei quali, moderato o meno che sia, si trova ad avere un'opposizione armata estremista al suo interno.



Ben presto Bin Laden diventa il ricercato numero 1 degli americani per via dell'appoggio diretto o indiretto dato ai movimenti terroristici di mezzo mondo (alcuni dei quali cominciano a fare attentati anche negli USA) e trova rifugio in Afghanistan, dove è un eroe nazionale.



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Dopo gli attentati dell'11 settembre gli USA appoggiano pesantemente i ribelli tagikie con intensi bombardamenti e paracadutando forze speciali sul territorio. I tagiki riescono nel giro di pochi mesi a conquistare i maggiori centri del paese e la capitale Kabul.



A questo punto gli americani aerosbarcano nel paese incenti forze militari facenti capo a due distinti comandi: il comando NATO, di natura multinazionale ed operante secondo le direttive ONU ed il comando relativo alla missione Enduring Freedom, esclusivamente nelle mani degli USA e sotto il quale vi sono in massima parte reparti dell'esercito americano e alcuni reparti dei paesi più filoamericani (sono assenti gli italiani). Quest'ultimo comando risponde solo al Presidente USA e agisce in maniera del tutto autonoma.



Per gli americani l'Afghanistan è un "incidente di percorso" in quanto il loro vero obiettivo è il ricchissimo Iraq nel quale convergono la stragrande maggior parte delle risorse economiche e nel quale vengono spostate molte truppe inizialmente destinate al teatro afghano. Gli americani si comportano in Afganistan secondo il loro solito schema: partendo dall'idea che gli USA sono la patria della democrazia e che quindi l'unica forma di democrazia è quella che loro conoscono, scelgono la classe dirigente (alla quale affidare parte del potere prima che sia possibile effettuare libere elezioni) tra i notabili locali che ritengono più affidabili (cioè tra quelli che lèccano loro di più il cùlo e che consentono agli uomini d'affari americani che finanziano la campagna elettorale del Presidente di fare i migliori affari con i soldi della ricostruzione), immaginando che questi abbiano una certa forza di trascinamento sul resto della popolazione. Invece al di là delle apparenze tra questi e la popolazione nasce un distacco sempre più profondo ed aumentano gli scontenti. Ovviamente grazie all'appoggio americano tale classe politica ottiene sempre buoni risultati alle varie elezioni (nelle quali comunque vi sono molti brogli).



Contemporaneamente rinasce nel paese la "classe" dei narcotrafficanti di droga (l'Afghanistan, tranne nel periodo dei talebani, è sempre stato uno dei maggiori produttori mondiale di oppio) che in precedenza era stata sanguinosamente eliminata dai talebani sia per motivi religiosi (da sempre l'estremismo islamico è contrario al traffico di droga) sia perchè il loro potere minacciava di fare da contraltare al loro.



Nel frattempo alcune delle fazioni più radicali dei talebani non hanno mai deposto le armi ed esse si uniscono i produttori ed i trafficanti locali di oppio nonchè gli scontenti di ogni tipo (componente maggioritaria) formando una eterogenea alleanza che per la terza volta nella storia afghana genera una intensa guerriglia tra le montagne. Tale opposizione armata è strumentalmente indicata con il nome "Taliban" dagli USA, ma è qualcosa di molto diverso e molto complesso da spiegare (che forse nessuno conosce veramente).



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Da molti anni quasi tutte le nazioni impegnate nella missione di pace in Afghanistan sono convinte della necessità di trovare una soluzione politica (cioè di trattare con i ribelli), ma il Presidente Bush rimaneva intestardito sull'idea "neocon" di pacificare l'Afghanistan con la forza nonostante lo stesso Karzai (presidente dell'Afghanistan sostenuto dagli americani) lo invitava a trattare.



L'arrivo di Obama ha riacceso le speranze. Il nuovo Presidente americano ha inviato nuove truppe non per pacificare con la forza l'Afghanistan, ma solo perchè se ottiene qualche vittoria allora quando successivamente aprirà le trattative i ribelli saranno più malleabili...



Funzionerà? Vedremo...



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Dopo tutta questa faticaccia me li dai i 10 punti? ;-)



Ciao e buon anno!
Yasher Delta IV
2009-12-30 10:22:49 UTC
Se può aiutarti :

http://www.amnesty-ticino.ch/nil/nil16.pdf
 
2010-01-01 03:50:20 UTC
Nel giro di pochi giorni si verifica la tragica sequenza di eventi: giovedì l'attentato a Kabul e le prime notizie, domenica l'arrivo delle salme dei caduti e la camera ardente, lunedì i funerali di stato e le autorità: nel mezzo, venerdì e sabato, tonnellate di carta stampata ed ore di servizi e speciali, torrenti di parole di esperti, strateghi e politici fino all'orgia finale della diretta dei funerali di stato.

A seguire ieri si è verificato un nuovo attacco ai militari italiani con un soldato ferito, altri due feriti il 24 settembre.

Tutti abbiamo visto il bambino di due anni, basco rosso dei paracadutisti in testa, figlio di un soldato ucciso e tutti ci siamo commossi.

Tutti abbiamo visto il dolore dei famigliari e non possiamo fare a meno di pensare quanto sia terribile perdere un marito, un figlio, un padre, un fratello, un amico.

Tutti abbiamo sentito le note del silenzio e ci siamo sentiti afferrare al cuore.

E fra i “tutti” ci sono anch'io, eppure c'è qualcosa che non funziona, che mi respinge: le bare avvolte nel tricolore, le bandiere, le autorità, i vertici militari, i cerimoniali mi mettono profondamente a disagio.

Mi vengono in mente i versi di una vecchia canzone di De Andrè: ”Dove sono i generali che si fregiarono nelle battaglie con cimiteri di croci sul petto? e dove i figli della guerra partiti per un ideale, per una truffa, per un amore finito male? Hanno riportato a casa le loro spoglie nelle bandiere legate strette perché sembrassero intere”.

Ecco cosa non va: i “generali”, e cioè chi decide e comanda, Presidente del Consiglio, Ministri e alte gerarchie militari, si fregiano di sei bare, orgogliosi degli eroi caduti sul campo dell'onore nell'adempimento del dovere e che invece sono vittime di una truffa.

Le Autorità, i Potenti, immortalati dai media, incitano l'italico patriottismo ad innalzarsi tra lo sventolare delle bandiere: celebrano il rito al quale tutti gli Italiani devono partecipare, dalla camera ardente alle esequie di stato, dalle celebrazioni funebri in importanti città come Milano ai minuti di silenzio ovunque, anche nelle scuole materne, ed alle bandiere a lutto.

E intanto si dimentichi tutto il resto! Al bando scandali, condoni ed escort, crisi economica e morti sui gommoni!

Ed invece, fra l'altro, non mi riesce di dimenticare che in Afghanistan, come in Iraq, si va a combattere organizzazioni e regimi a suo tempo appoggiati perché funzionali agli interessi occidentali, in funzione antisovietica in un caso ed anti iraniana nell'altro, così come in futuro si combatterà forse Hamas, creata per contrastare Arafat, il partito di Al Fatah e per mettere in crisi l'OLP.

E non riesco a dimenticare la “truffa” della missione contrabbandata come “di pace” e che provoca ogni giorno morti e lutti fra la popolazione civile afghana, stretta fra le armi occidentali da una parte e l'integralismo talebano dall'altra, né riesco a giustificare l'appoggio dei governi occidentali ad un presidente che si fa eleggere con centinaia di migliaia di voti falsi, corrotto e corruttore.

Una missione propagandata all'inizio come sostegno alla lotta al terrorismo internazionale (quale tragedia le guerre preventive di Bush!) e necessaria alla sicurezza degli europei in realtà ha contribuito a difendere gli interessi occidentali, statunitensi in particolare, nell'area facendo nel contempo un enorme favore a costruttori e mercanti d'armi; quanto ai risultati della lotta al terrorismo basta ricordare che dopo l'inizio della campagna in Afganistan si sono verificati numerosi attentati fra i quali, in Europa, quelli di Londra e di Madrid.

Una missione fatta poi passare come impegno per la ricostruzione materiale, sociale e politica di un paese distrutto da decenni di guerre e diviso al suo interno in fazioni, tribù, e gruppi di potere ha invece provocato ulteriori distruzioni, lacerazioni nella società afgana, morti, soprattutto civili, favorito un regime corrotto ed incapace di governare perché privo di una autentica legittimazione popolare ma figlio di accordi di spartizione di potere e di zone del paese, spinto molti Afghani a simpatizzare per i Talebani che sostengono di combattere per liberare il loro paese dall'occupazione straniera, dato ai terroristi validi argomenti per fomentare l'odio contro gli occidentali.

E mi chiedo se vera opera di pace non sia invece, ad esempio, quella di Emergency, che crea strutture mediche nelle quali tutti, senza distinzione di religione, bandiera, appartenenza etnica e sesso, trovano accoglienza ed aiuto, nei limiti delle possibilità umane e dei vincoli imposti dalla realtà in cui opera.

Non penso che le armi siano il modo migliore per “esportare” la democrazia e non credo nemmeno sia giusto “esportarla”: ogni Paese deve trovare le forme di governo che meglio rispondono alle esigenze dei suoi abitanti e non credo che un sistema che funziona in una nazione possa funzionare automaticamente se trapiantato in un altro.

Dovremmo pensare a difenderla la no
Ana Sirghi
2009-12-31 13:58:31 UTC
L' Afghanistan negli anni '70 era un paesi come gli altri,senza nessun problema,c'era pace: la gente poteva vivere tranquillamente senza nessun disagio. Al giorno d'oggi però purtroppo non è più così: dopo gli anni '70 ci fu l'invasione dei sovietici,questi ultimi infatti misero fine alla dimocrazia. La gente doveva per forza fugire se non veniva uccisa. Dopo,negli anni '80 ci fu il regime dei Talebani, in questo periodo di grande tensione sono dovuti intervenire gli Stati Uniti per porre fine a quel regime autoritario,infatti essi riuscirono a mandar via i Talebani accusandoli di far parte del terrorisco islamico.

Poi,nel 1991 ci fu il regime di Sadam Hussein,pure qua sono dovuti intervenire gli Stati Unite per poter abbattere questo regime,infatti essi accusarono Sadam Hussein di avere armi di massa,di fare affari con il terrorismo. Tuttavia le cose sono molto cambiate,al giorno d'oggi ci sono grandi tensioni in Afghanistan,non c'è pace,infatti è per questo che molta gente scappa dal proprio paese in cerca di aiuto,di pace; questo tipo di migrazioni si chiamano MIGRAZIONI POLITICHE. Il problema non si è risolto in questo paese; adesso Obama a contribuito agli aiuti al paese e ha cercato,ma ancora sta cercando di riuscir a porre fine al terrorismo!
GuendA-J-2009
2009-12-31 11:34:21 UTC
ci sono molte guerre le cause sono i talebani cioè delle associazioni islamiche che fanno degli attacchi terroristici e per la quantità di droga che si trova in afghanistan
Gigi d' Alessio al rogo
2009-12-31 00:06:47 UTC
C'è una democrazia debole guidata dal filoamericano Karzai (che è apena stato rieletto), però lo guerra è ancora aperta e gli americani fanno molta difficoltà a contrastare i talebani.
web ser
2009-12-30 11:00:20 UTC
Che gli americani stanno facendo vincere i talebani!
2009-12-30 10:19:00 UTC
TOTAL WAR!


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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