Domanda:
La verità sul Regno delle Due Sicilie?
• Alessia •
2010-05-29 09:15:24 UTC
Salve a tutti.

Pochi giorni fa, il mio professore di Arte ha detto che in realtà l'unità d'Italia non avvenne come è stata scritta sui libri, ma avvenne in modi molto diversi. Gli attuali libri di storia infatti, dicono che il Regno delle Due Sicilie era un regno molto povero, assolutamente insignificante e destinato al declino. Ma in realtà, dice il mio professore, era molto più potente di quanto possiamo credere e che infatti era anche più ricco del grande Stato Pontificio. Dice che ci sono stati parecchi giri di mafia dietro la storia dell'unità, Garibaldi cercò aiuto tra la mafia che corrompè molti generali dell'esercito siciliano che da 20.000, si ritrovarono in soli 800 soldati. In effetti era abbastanza impossibile che i Mille di Garibaldi avrebbero sconfitto 20.000 soldati, nonostante la potenza. Inoltre ha detto che tutto è stato letteralmente smontato, dall'industrie ai cantieri, e rimontato al Nord in particolare nel Regno di Sardegna, d'accordo con Garibaldi. Ora, naturalmente, il mio professore ha sconvolto tutta l'idea che io avevo di quel tempo, e non so neanche se tutto questo che lui ha detto è vero... Qualcuno qui è esperto della storia di questo periodo storico? Vorrei sapere la verità su questo Regno delle Due Sicilie...

Grazie...
Diciannove risposte:
2010-05-30 07:37:28 UTC
IL TUO PROFESSORE HA ASSOLUTAMENTE RAGIONE. E A TUTTO QUELLO CHE HA DETTO, AGGIUNGEREI CHE GLI INVASORI PIEMONTESI MASSACRARONO MIGLIAIA DI GENTE MERIDIONALE CHE COMBATTEVA PER LA PROPRIA TERRA, I COSIDDETTI BRIGANTI. I SAVOIA ATTESERO LA MORTE DI FERDINANDO II, E APPROFITTANDO DEL FATTO CHE A REGNARE ERA L'APPENA 23ENNE ED INESPERTO FRANCESCO II INVASERO INDISTURBATI IL REGNO DELLE DUE SICILIE, DEPREDANDO LA SUA RICCHEZZA. PROVA A INFORMARTI SUL DENARO DEL BANCO DI NAPOLI DEL REGNO DUOSICILIANO, E VEDRAI SE ERA RICCO O POVERO....! IO SONO DEL SUD, E A CONOSCERE LA VERA STORIA MI VIENE IL RIBREZZO...OGGI SI PARLA SEMPRE MALE DEL SUD...MA IN BUONA PARTE FU IL NORD A ROVINARLO. W I BRIGANTI, W IL SUD
Matt Prator
2010-05-29 10:16:46 UTC
Il tuo professore ha in parte ragione...



Il Regno delle Due Sicilie non era uno Stato povero, anzi...aveva anche avuto il primato di avere la prima Ferrovia (Napoli-Portici) e anche un altro primato che era quello del primo battello a vapore.

Inoltre c'erano sparse (anche se quasi tutto nell'interland napoletano) diverse industrie, ad esempio quella tessile ecc...

E' anche vero però che tutto ciò che si produceva veniva "mangiato" da Napoli...c'era un napolicentrismo ch era molto ma molto peggio di ora, il resto del Regno come Lucania, Calabria e Abruzzi erano abbastanza poveri e vivevano di agricoltura.

Il fatto che la Mafia svolse un ruolo decisivo nella Spedizione dei 1000 è molto probabile. Non sono invece sicuro quando dici che Garibaldi era "complice" dello smantellamento delle fabbriche del Sud...io credo più che Garibaldi fu tenuto all'oscuro ma non che fosse "complice"...infatti Garibaldi non è che fu molto contento della situazione del nuovo Regno d'Italia, anzi ne fu abbastanza amareggiato.
Purple unicorn
2010-05-30 07:13:25 UTC
Noto in questo sito, che a tratti dà pure spunti di riflessione interessanti, la recrudescenza di un sentimento revanscenista meridionale in questi ultimi tempi...è forse ricollegabile all'espansione della lega a nord, per cui il sud reagisce rifugiandosi in miti regionalisti del passato?

questo è un argomento interessante che andrebbe approfondito...

detto questo, trovo almeno curioso l'atteggiamento di molti meridionali nel cercare di far passare il regno borbonico come uno stato moderno e illuminato...sebbene le cronache post-unitarie abbiano tralasciato gli aspetti meno negativi del defunto regno (per ovvie ragioni propagandistiche), ora certe esaltazioni mi sembrano davvero ridicole e mi lasciano davvero perplesso...certo, i libri di storia vengono scritti dai vincitori e le ragioni degli sconfitti si perdono e scompaiono; e certamente trovo sia più che corretto, dopo 150 anni, cominciare un'analisi storica seria e obbiettiva per dare colpe e meriti in giusta misura. Tuttavia alcune precisazioni non possono non essere fatte...mi riferisco all'intervento del buon DES ESSEINTES, che pur dovendo essere controcorrente in virtù del suo nickname - scusa la battuta - finisce per ricadere sempre negli stessi luoghi comuni...quindi, senza rabbia ma solo con piglio polemico, diciamo che:

- sui primati tecnologici del regno borbonico, nulla da dire: sono conclamati e ineluttabili. Tuttavia, c'è un altro lato della medaglia: essi non erano frutto di un'economia globale ricca e moderna, ma più che altro erano dovuti alla volontà di dimostrare la modernità d'un regno attraverso opere avanzate che funzionassero da "specchietto per le allodole"...la ferrovia napoli-portici fu la prima a essere costruita in italia, è vero ma non aveva di fatto nessuno scopo industriale: era un vezzo che il re s'era voluta togliere per far apparire il suo regno, per l'appunto, moderno...tant'è che la progettazione della linea era di mano francese, mentre le locomotive venivano dall'inghilterra! poi la sua costruzione diede il là alla realizzazione del polo industriale e ferroviario di pietrarsa (che rimase in funzione anche dopo l'Unità) che però soffrì dei limiti tipici di tutte le industrie del sud...

- il numero di addetti all'industria non ha nessun significato, come ha detto saggiamente campari...bisogna vedere com'era utilizzata questa manodopera! inoltre il regno borbonico viveva in uno stato di "apartheid" economico che lo rendeva non solo dipendente dall'estero per quanto riguardava i macchinari tecnologici, ma incapace d'esportare (a parte qualche prodotto agricolo e lo zolfo siciliano)...le industrie napoletante erano, per così dire, fuori mercato nel senso che erano protette dalla concorrenza estera sia da forti dazi doganali che dal fatto d'essere industire di stato, quindi al di fuori del sistema capitalista e liberista che vigeva in europa, come oggi (sistema capitalista che, come ricorda CAMPARI, s'era andato affermando sia nel piemonte di cavour che nel lombardo). Il sistema industriale del sud, che pur esisteva, era completamente dipendente dalle casse statali. Questa è la causa principale del suo fallimento dopo l'Unità: le industrie del sud, una volta eliminato il fortissimo protezionismo economico, si trovarono a dover competere sul mercato italiano e su quello europeo in un sistema liberista. Completamente incapaci in questo, andarono in crisi e i vari macchinari, diventati inutili, presero la strada del nord.

- uno dei problemi storici del sud è sempre stato (e lo è ancora) la cronica assenza di una borghesia capace d'essere sul mercato...ai baroni meridionali il capitale non mancava, ma invece d'investirlo in attività industriali per generare altro capitale preferirono rimanere ancorati al loro mondo latifondista, fonte per loro di sicura ricchezza ma fermo, immobile, completamente estraneo ai fermenti che muovevano l'europa in quei tempi.

- se napoli, capitale del regno, era una città abbastanza proiettata verso l'europa, il resto del regno era governato da baroni latifondisti che di fatto erano piccoli monarchi indipendenti...in questi feudi s'era di fatto rimasti al medioevo: l'agricoltura era di tipo arcaico, mancavano completamente le infrastrutture e le conoscenze moderne, i contadini erano praticamente proprietà del nobile di turno, gli dovevano pesanti gabelle e vivevano in condizioni di povertà estrema. Anche se non lo si vuole ammettere, in pratica vigeva la servitù della gleba;

ricordo che nel 1861 il livello d'analfabetismo nel sud era del 92%.

- la sicilia era una bomba a orologeria pronta a esplodere. i baroni che la governavano (la mafia primigenia) volevano l'indipendenza da tempo e già nel 1848 dei moti rivoluzionari erano stati duramente repressi con il bombardamento di messina. non per niente garibaldi, sbarcato in sicilia con 1000 straccioni male armati (questo erano le camicie rosse), trovò terreno fertile nell'isola per radunare volontari;

- la situazione economica non era così florida: anni di isolazionismo economico e politico avevano sì portato nella casse statali un ingente disavanzo ma solo perchè le spese del regno non erano ingigantite da affari militari... è un discorso abbastanza capzioso: il regno di sardegna (piemonte,liguria,lombardia e emilia) aveva nel 1861entrate triple rispetto al regno delle due sicilie, pur disponendo di metà popolazione; tuttavia, nello stesso periodo le uscite nelle casse piemontesi erano più che doppie rispetto alle entrate. Da che era dovuto questo? semplicemente, da anni di guerre che i piemontesi avevano sostenuto, mentre il regno dei borbone era stato in pace da secoli (esclusa la parentesi napoleonica con la cacciata non cruenta dei borbone). davvero credete che un'economia incapace d'esportare e, esclusi rari centri industriali, ancora arretrata, potesse avere una situazione finanziaria solida? tant'è che le banche del sud navigavano da tempo in cattive acque al momento dell'unità...

- inoltre, un regno davvero potente e forte non sarebbe crollato come un castello di carte all'assalto di un battaglione di 1000 uomini (che avevano, al momento dello sbarco, fucili ad avancarica!) fatto da nemmeno un soldato! al di là di tutti gli intrighi che ci furono in quei giorni (l'incompetenza del generale landi, il patto fra garibaldi e la mafia baronale siciliana, la protezione inglese che voleva la sicilia, le connessioni fra camorra, don liborio e i piemontesi) resta il fatto del repentino crollo e, infine, d'un altro fatto indubitabile: che cavour, statista lungimirante, non aveva NESSUNA intenzione di occupare il sud, che riteneva più un debito che un guadagno! fu il colpo di testa di garibaldi, supportato da vittorio emanuele II. Le conseguenze (il crollo dell'economia meridionale, l'occupazione coloniale piemontese con successiva guerra civile passata alla storia come brigantaggio, l'odierna situazione del sud) sono i frutti di un unione che non doveva esserci. almeno non in quel modo...
2010-05-31 08:08:01 UTC
I libri di storia del liceo sono soliti dipingere il regno duo siciliano come povero:nulla di più sbagliato,nell'erario statale giravano moltissimi soldi,ma il problema fondamentale è che venivano accumulati senza investirli in opere pubblicamente utili(come strade,scuole,ospedali e infrastrutture varie)ma completamente nell'esercito.Nessun regno italiano era di fatto economicamente forte(anche se la Lombardia in effetti era economicamente più avanzata):lo stato Pontificio era indebitatissimo e con le mani legate e il Piemonte era grossomodo sulla stessa barca.Il fatto delle industrie e cantieri furono che furono smontati e ricostruiti a nord è una cavolata bella e buona,nel sud italia esistevano poli di piccola manifattura e artigianato che con la trasformazione dell'Italia da paese agricolo a paese industrializzato ovviamente furono completamente spazzate via(dato che gli incentivi statali in seguito vennero solo per le industrie,poi producevano poco e a prezzi troppo elevati,un peso inutile per lo stato).Questo fatto della corruzione della mafia non l'ho mai sentita,ma ti posso tranquillamente dire che ormai la Sicilia si era stancata dei borbone(già i problemi nacquero da quando si tentò di riattivare il parlamento isolano su modello inglese e la costituzione del 1812)infatti offrirono la corona siciliana ai Savoia che non accettarono...questa cosa della mafia(che non esisteva ancora,ma diventa una piaga amarissima parecchio tempo dopo)è una boiata vera e propria,quindi il tuo prof ha bisogno di leggere una bella opera dettgliata su brigantaggio che è cosa diversa dalla mafia.Ti consiglio di leggere di Angelantonio Spagnoletti(un eccellente meriodionalista)storia del regno delle due sicilie,illuminante direi.

Non dico queste cose per screditare il meridione(dato che sono barese)ma questa è la verità.



@Purple unicorn ho risposto alla tua domanda;ricorda che spesso si è bravi a prendere la storia e a capovolgerla come si vuole,sia dalla parte di chi sostiene la tesi dei neo borbonici sia da parte di chi parla male ad oltranza del sud senza accurate ricerche...penso che certe personcine quadrate che fanno correzioni grammaticali agli altri vantandosi dovrebbero andare a farsi una bella passeggiata,magari bevendo un bel vinello così almeno la smettiamo di leggere boiate
Xpac
2010-05-29 12:57:44 UTC
La verita' non si sapra' mai.Esistono persone che credono ailibri di storia e persone con loro ideologie.I Savoia con la corruzione hanno zittito la verita' e Garibaldi avrebbe dovuto tenersi il Regno e non consegnarlo ai corrotti.Comunque sono daccordo con il tuo professore.Finalmente qualche persona intelliggente ad insegnare oltre alla mia prof.
2010-05-29 09:22:13 UTC
tutto quasi vero, non fosse per una domanda: se il regno delle due sicilie era così ricco, avanzato e potente, com'è che 1000 straccioni (tali erano le famose camicie rosse) sbarcati in terra straniera e malissimo armati, riuscirono nel giro di qualche mese a conquistarlo tutto? quindi evitiamo di far credere che il regno dei borbone fosse un paradiso ricco e felice, che i piemontesi hanno rovinato...fu un regno povero, socialmente arretrato conquistato da un regno non molto più ricco e non molto più avanzato...signori, nelle campagne meridionali in quegli anni vigeva ancora il latifondismo di stampo medievale (leggasi servitù della gleba)...ma di che stiamo a parlare?



SOTTOSCRIVO TUTTO QUELLO CHE HA SCRITTO IL BUON CAMPARI! TRATTAZIONE PERFETTA!
?
2010-05-30 02:11:50 UTC
E' una settimana che aspetto un'occasione per citare questo post di Carlo Oliva, che trovo molto interessante ed in tema con la tua domanda.

http://www.radiopopolare.it/trasmissioni/la-caccia/2010/16052010/le-tre-componenti/

Per il resto concordo sostanzialmente con Campari.



Un paio di sassolini nella scarpa:

"In effetti era abbastanza impossibile che i Mille di Garibaldi avrebbero sconfitto 20.000 soldati, nonostante la potenza."

Avessero.

E o una cosa è impossibile o non lo è. Visto che è successo era possibile, per quanto improbabile possa apparirti.

Non sono esperto di storia militare, ma un reggimento ben determinato, motivato e comandato poteva ancora, nel 1860, avere ragione di una forza grossa, poco coordinata mal diretta e per nulla motivata. Anche senza comprare i generali (cosa che forse si faceva nella guerra dei trent'anni, ma non mi risulta troppo diffusa in età di eserciti nazionali).

Il Regno delle Due Sicile aveva _gravi_ problemi di fedeltà delle truppe, ufficiali compresi. Per quanto possa dispiacere, capita. E non aiuta molto a vincere le guerre.

Inoltre non riusciva a mantenere il controllo del territorio, tanto che era percorso in lungo ed in largo da bande armate, sia di briganti che al soldo di potenti locali (stile "Innominato" di Manzoni).

Entrambi non sono affatto sintomi della potenza e dello sviluppo di uno Stato.



@ Campari: la mia personale opinione è che il maggiore interesse che potevano avere i governanti inglesi nel Risorgimento fosse nell'apertura dei mercati e nello sviluppo economico del Mezzogiorno, che, qualsiiasi opinione possano avere gli storici delle varie tendenze oggi, _allora_ (nel momento in cui le decisioni venivano prese) era visto dai britannici come uno stato arretrato. Una amministrazione più "moderna" ed "illuminata" avrebbe creato più ricchezza e un migliore mercato per i prodotti inglesi.

Il primo ministro Palmerston, mi sembra fosse di idee piuttosto liberali, ma piuttosto che l'indipendenza dell Sicilia appoggiò energicamente l'unificazione italiana (1860... nel periodo napoleonico la situazione internazionale era un po' diversa).

Quello che non avevano previsto, da bravi liberali illuminati, era che la gestione 'coloniale' sabauda non avrebbe portato sviluppo economico se non al nord.

Comunque mi informerò meglio (ho sempre trovato poco affascinante la politica europea in età vittoriana).
2010-05-29 09:55:35 UTC
questo topic ti aiuterà http://www.riflessioni.it/forum/storia/5994-regno-delle-due-sicilie-quante-menzogne-e-poche-verita.html
2016-10-17 08:44:05 UTC
https://www.youtube.com/watch?v=q-yL7oF8xyU troverai tutte le tue risposte

P.s W Povia
Salvatore Armando
2014-01-12 09:38:02 UTC
Ho letto abbastanza per capirne qualcosa. I libri di testo della storia italiana dal 1861 in poi sono un falso ideologico e storico che andrebbe cancellato. Io so soltanto che la Massoneria, al servizio del potere inglese, aveva non uno ma mille interessi a demolire il Regno delle due Sicilie in quanto questo stato era la 4.a potenza mondiale quanto ad economia (anche se aveva al suo interno sacche di povertà immensa). I cantieri navali dei Malgeri a Napoli e dei Florio a Marsala producevano navi da trasporto e da guerra per mezzo mondo ed è chiaro che la cosa non poteva essere gradita alla concorrenza che cercò in qualche modo, ed adottando metodi scorretti e pirateschi, di limitarne la potenza e l'espansione. I Rubattino erano una società navale a livello artigianale in quel di Quarto (GE). Prestò (badate “prestò” a pagamento e non “regalò” a fondo perso) le navi per la spedizione dei Mille, convinta che dall'esisto positivo della stessa ne avrebbe conseguito un vantaggio, cosa che poi si realizzò con l'acquisizione di parte del pacchetto azionario di queste due società.

Garibaldi era al corrente degli interessi degli inglesi ed essendo anche lui un massone, come lo era Mazzini, di sicuro non era parte neutrale in tutta l'operazione di demolizione della potenza del regno delle due Sicilie e sicuramente partecipò alla riunione Massonica che aveva già deciso l'invasione del Regno delle due Sicilie (senza dichiarazione di guerra) e la futura dinastia italiana sotto il dominio dei Savoia (dei piccoli nobili di un territorio sperso tra le Alpi francesi ed italiane che avevano tutto l'interesso a farsi manovrare ed accettare tutti gli intrighi internazionali ai danni del Sud perchè in quei tempi in Europa non contavano nulla).

Si dice che nessuno è profeta in Patria. Forse Liborio Romano ai suoi tempi non lo era, ma ai tempi di oggi è quotato soprattutto nella sua terra: Patù, un piccolo paesino vicino Santa Maria di Leuca, nel cui Palazzo, oggi comunale, recentemente ho organizzato una manifestazione poetica, e l'ho tenuta proprio nei locali che un tempo custodivano le munizioni che arrivarono a Liborio Romano da parte di Cavour grazie all'organizzazione camorristica. Il film che stiamo vedendo è molto vicino alla realtà anche se sembra una finzione cinematografica. Ma anche "Il Padrino" sembra una finzione cinematografica ed invece è molto vicino alla realtà circa l'organizzazione della Mafia americana più di quanto la finzione possa dimostrare

Chiaramente il giudizio con il senno del poi può essere anche impietoso e l'opinione pubblica spesso si divide su certe decisioni che in quel tempo furono prese. Ma oggi, abbiamo visto che i pentiti di mafia vengono spesso utilizzati dal potere giudiziario a fin di bene e, quindi, alcune posizioni di Liborio Romano letti con la logica dell'oggi potrebbero anche essere considerate un gioco di anticipo sui tempi e giustificare certi atteggiamenti di allora. Rimane una certezza, sulla quale concordano tutti, che Liborio Romano resta l'esempio tangibile del trasformismo italiano (ricordiamoci che era Ministro degli Interni per i Borboni e trattava con Cavour, per favorire l'ingresso di Garibaldi a Napoli, ricevendone in cambio promesse di futuri prestigiosi incarichi politici ed armi per sostenere la rivolta napoletana contro lo stesso Re Borbone, un ragazzino di 23 anni che era successo al padre deceduto da poco, senza alcuna esperienza di governo ed in balia degli sciacalli del tempo.

Le piazze e le strade del sud pullulano di intestazioni ai cosiddetti eroi del Risorgimento post unitario. Ma lo furono davvero eroi oppure non sono stati degli sciacalli asserviti alle potenze straniere per distruggere una nazione e accaparrarsi tutti i suoi beni?

Ci sono paesi nel sud con nomi che dovrebbero farci meditare: Ferrandina, Mongiana, ecc... paesi con miniere che consentivano l'estrazione del minerale e la lavorazione del ferro necessaria per la costruzione di ponti, ferrovie e navi. Questi paesi avevano la piena occupazione e davano lavoro anche a persone residenti in altri paesi, garantivano scuola e sanità gratuita ai propri abitanti ed erano un modello industriale avanzato per quei tempi. Le manifattura che esistevano in tutto il Sud della lana e della seta sono rinomate ancora oggi ed alcuni industriali del Sud si trasferirono anche in Toscana dove avviarono degli opifici industriali che garantivano occupazione e benessere in quella lontana area geografica rispetto alla Calabria dimostrando anche uno spirito operoso che contrasta con l'immagine di lassismo e parassitismo che si vuole incollare addosso agli operatori meridionali. E d'altro canto se si visiona bel il film "Il Gattopardo" lo stesso Cavaliere Chevalier (inviato dai Savoia in Sicilia per convincere il Principe di Salina ad accettare un incarico nel nuovo Parlamento dei Savoia) dichiara che lui stesso "aveva conosciuto dei meridionali che non corrispondevano all'immagine di immobilismo che il Principe di Salina avesse di loro".

Purtroppo la memoria è corta e la gente non ha voglia di cercare la verità e chi ci governa questo lo sa e può rendersi complice anche di misfatti impuniti come quelli commessi dai Savoia a Fenestrelle che anticiparono i metodi nazisti di eliminazione di massa degli oppositori senza che nessuno oggi più ne parli.

Ed allora cosa posso farci io e come posso lottare da solo contro la pigrizia della gente che trova più comodo ignorare e dimenticare di fronte ad una posizione molto scomoda di approfondire che richiede tempo e desiderio e voglia di rendere giustizia ai tanti briganti ed oppositori all'invasione del Sud che i libri di scuola ormai hanno classificato come "briganti" quando invece erano e rimangono dei "resistenti", come lo erano quei "RESISTENTI" che venivano abbandonati dai nazi-fascisti lungo i fiumi italiani del Nord durante la Resistenza con un cartello al collo con la scritta “BANDITEN”.

Se il popolo del meridione prendesse coscienza di questo sono certo che non solo obbligherebbe i propri amministratori a riscrivere la storia ed i libri di testo in giro nelle scuole, ma che DEMOLIREBBE con le proprie mani statue e scritte degli invasori del sud e dei loro complici e cancellerebbe tutte le intestazioni della strade a certi personaggi che si macchiarono di orrendi delitti al Sud, che i Savoia poi omaggiarono come eroi. Ma eroi di che? Del massacro di intere popolazioni indifese, ree solo di difendersi da una invasione non cercata e non voluta?

Ma non è detto che questo prima o poi accada ed a resuscitare questo spirito di appropriazione della propria identità non siano proprio coloro che oggi nella Lega parlano a sproposito di separatismo e di secessione senza capire che questa operazione nel lungo periodo potrebbe favorire ancora una volta gli operatori occulti che agiscono dietro questa macchina inconsulta di egoismo e razzismo che alla fine potrebbe ancora una vota favorire qualcuno e tornare svantaggiosa a tutta la maggioranza del popolo che abita in quelle regioni e che si sta facendo incantare dai soliti cantanti che hanno cambiato solo abito ma sono sempre gli stessi che cercano di massificare il loro profitto quando le sorti economiche e sociali di una nazione non vanno più nel verso giusto e necessario alla conservazione dei loro interessi.
Eugenio Mucio
2014-03-22 12:13:04 UTC
http://www.youtube.com/watch?v=Szg8pZoqBmk
Alessio C
2014-01-13 09:14:11 UTC
Il Regno delle Due Sicilie aveva conosciuto sotto la dinastia dei Borbone (a partire dal 1734) un periodo di grande riforme e sviluppo. Le riforme riguardarono sopratutto la vita della gente più povera, si basavano sul principio poco ma a tutti, al contrario delle altre potenze europee, ossia tanto a pochi.

In questi anni si diffuse un maggiore benessere testimoniato dal fatto che, a differenza di altre parti d'Italia, l'emigrazione era un fenomeno sconosciuto che arriverà al sud solo sopo l'unità d'Italia.



Sviluppò grossi impianti industriali, la più grande industria italiana era qui ed impiegava circa 1.500 persone, in Calabria c'era l'acciaieria di Mongiana il cui acciaio era apprezzato in tutta Europa, l'unico stato italiano dove si producevano locomotive era le Due Sicilie.



Si svilupparono infrastrutture tra cui la prima ferrovia in Italia e la prima galleria ferroviaria al mondo. Ciò su cui si puntò fu, però, la marineria dato che la via di comunicazione più rapida all'epoca era il mare (i treni allora viaggiavano a 20 km/h). Quella delle Due Sicilie diventò la seconda al mondo dopo quella inglese. Questo irritò molto gli stessi inglesi perché infastidiva la loro politica coloniale e si era in prossimità dell'apertura del canale di Suez. Gli inglesi erano potentissimi e giocheranno un ruolo chiave nel l'unità d'Italia (si può dire che essa fece parte della politica coloniale inglese).

Un ingegnere appena trentenne, supportato dal pubblico per i suoi studi, costruì uno dei primi ponti sospesi in ferro al mondo.



Le riforme riguardarono anche aspetti sociali. Gli uomini arrivati all'età di 16 anni avevano diritto al possesso di un pezzo di terra (da qui il detto auguri e figli maschi) che avevano l'obbligo di coltivare altrimenti gli veniva tolto. Quando finirono le terre libere si cominciò a togliere diritti su queste ai nobili che così vedevano perdere parte delle loro terre. Questo li mise contro il re e quindi a favore dell'unità. A differenza di tutte le rivoluzioni quella del sud fu l'unica voluta ed operata dalla nobiltà.

Le Due Sicilie furono il primo paese al mondo ad abolire la tortura, il primo ad avere la legge sull'immigrazione, c'erano leggi riguardo la raccolta differenziata e qui fu costruito il primo penitenziario al mondo inteso non come luogo di pena ma come luogo di riabilitazione.



Per far capire come questa dinastia teneva ai più deboli ed al loro riscatto basti pensare che la costruzione più grande del regno ed una delle più grandi realizzate in Europa nel '700 fu l'"Albergo dei Poveri", un istituto atto ad accogliere tutti gli indigenti del regno, insegnarli un mestiere e reinserirli nella società.



Ovviamente non era tutto rosa e fiori, si era comunque nel 1800 con tutti i problemi di quell'epoca. Il Regno delle Due Sicilie era un paese che grazie alle riforme stava decollando, volo che l'unità d'Italia spezzò, reprimendo, saccheggiando e relegando il Sud Italia a colonia interna dell'attuale Italia.



Se vuoi approfondire puoi leggere questo blog:

http://reteduesicilie.blogspot.it/



Per conoscere come è andato veramente il processo di unificazione puoi vedere questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=k8DBZyX6940



Tutto questo è detto in base a documenti originali dell'epoca.



Saluti
2010-05-29 12:45:30 UTC
Risposte d'archivio :



Da terzo stato più sviluppato d'Europa a monnezzaio del nord, ovviamente dopo l'unità di italia, per magia ! :



https://answersrip.com/question/index?qid=20100501060340AAlfNgJ&r=w#GL9SKGnrDlbcwv19YFXa



Stragi commesse dai soldati piemontesi e garibaldini:



Presente la Strage di Bronte ? Ecco, fosse stata solo quella ..



Innanzitutto voglio farti leggere questa frase, perchè userò spessa la parola "brigante" e per spiegarti il significato che veniva attribuito alla parola "briganti" questa frase è perfetta:



Lo stato italiano[1] è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti. (Antonio Gramsci)



Detto questo .. :



http://www.google.it/images?client=safari&rls=en&q=briganti%20uccisi&oe=UTF-8&redir_esc=&um=1&ie=UTF-8&source=og&sa=N&hl=it&tab=wi

http://cronologia.leonardo.it/storia/a1863b.htm



Questo per farti capire quanto fossero sommari i """processi""" ai """briganti"""":

http://trapani.blogsicilia.it/2010/05/controrisorgimento-la-fucilazione-della-bambina-angela/





Un altra cosa da sapere:



Legge Picca: Legge promulgata dal parlamente del regno di italia ( .. ) che dava il diritto ai soldati piemontesi di fucilare chiunque fosse sospettato di brigantaggio.

Diritto di rappresaglia: Era una legge alla nazista. Per ogni brigante non catturato venivano fucilati dieci civili.





Ecco spiegato come riuscirono a sconfiggere l'esercito borbonico :



" Invero le forze napoletane avevano già preso anche le insegne garibaldine, che indietreggiavano e stavano per disperdersi; ma poi improvvisamente le truppe napoletane si ritirarono, sottraendosi al conflitto ".



I famosi "mille" in meno di 6 mesi si trasformarono in 100.000 soldati ben equipaggiati e con provviste. E dopo la disonorata invasione che fu fatta senza DICHIARAZIONE DI GUERRA, garibardi pensò bene di lasciare il meridione in mano alla mafia che con lo stato italiano ci faceva dei bei soldoni.



E questi sarebbero i fratelli di italia ? I nostri "liberatori" ? ..



P.S. Sicuramente avrò scordato qualcosa. Se vuoi chiedermi qualcosa mandami pure un email ! : )
Stefania
2010-05-29 10:34:24 UTC
1) Spero che quello non fosse il tuo prof di Storia.



2) Sostanzialmente, l'Italia intera era arretrata rispetto alle potenze del tempo: Francia e Inghilterra. Solo il Lombardo-Veneto, sotto l'influsso Austro-ungarico, poteva avere una situazione meno grave del resto delle nazioni italiche. Per tutta italia, l'economia era basta sul settore primario (agricultura) dove solo in alcune regioni del nord veniva usati metodi avanzati di coltivazione e raccolta dei prodotti. Al centro, le cose erano più arretrate, se non per l'Emilia e la Romagna che si erano sviluppati alcuni metodi nuovi di irrigazione. Il sud, pur nonostante avesse alcuni prodotti di punta, quali olive, uva (dalla Sicilia e della Puglia) e arance (solo della Sicilia) esportate in tutta Europa, aveva un economia sostanzialmente ancora molto arretrata basata sul latifondismo medievale. Al sud Italia, non esistevano macchinari che nelle altre nazioni europee erano considerati "normali". I relatori di una dispensa che andava a tastare il polso all'economia agricola affermò nei confronti della coltivazione al sud che: "usano ancora l'aratro di Romolo"[1]. L'industria, nel Piemonte vennero aiutate molto dai nuovi telai importati dalle regioni Lombardo-venete, e dall'apertura verso nuovi mercati. Il Lombardo-veneto, nella confezione di vestiti e di lavorazione dei tessuti aveva sicuramente un vantaggio abissale rispetto alle altre regioni. Il centro Italia era dominato dalla Toscana ed in particolare da Pisa e Prato, dove ci fu (e ancora oggi c'è) un comparto forte nel lanificio. Le industrie tessili al sud erano nulle (escludendo le zone di Napoli) e la diffusione dei telai automatici erano presso che azzerate, anche se, nonostante questo vi era una grossa concentrazione di piccole imprese sullo stampo di un economia pre-industriale. Cavour investì molto in infrastrutture, quali ferrovie, strade e ponti per migliorare il commercio. Ma non solo, ci furono molti contratti economici con altre nazioni europee. I Borboni potenziarono la loro flotta, ma che ben presto si rivelò un fiasco: i disastri marittimi frequenti impedivano una facile raggiungibilità con il resto dei mercati principali europei. Le imprese siderurgiche, che rappresentavano il culmine in quel periodo, vi erano al nord (in Brianza, a Lecco, Busto Arsizio e Gallarate, mentre al sud la siderurgia si manifestò in un brevissimo periodo sul Gargano.

La situazone finanziara, poi, era pessima: vi erano anche problemi monetari. Per aiutare questa situazione a miglirare, si decise di lasciare aperte per una trentina di anni i vari banchi nazionali (erano quattro), generando confusione. Questa crisi bancaria, intaccava ovviamente anche le imprese che si vevano ulteriormene private dei finanziamenti economici. Anche questo punto andrebbe analizzato meglio, ma vista la pedanza concludo che sia meglio evitare.



Il comportamento dei vari stati pre-unitari, era semplice: Cavour investì -come detto- sui trasporti, migliorando quindi le vie di accesso e procurando contratti verso stati esteri: quindi una politica economica detta "liberista". A contrario i Borboni, adottavano una politica estera molto difensivistica: alti dazi impedivano agli investitori di entrare nel tessuto economico borbonico e ai prodotti locali di essere facilmente esportati.



In sintesi: se da una parte si modernizzò lo stato e l'apparato economico con Cavour, dall'altra parte si alimentavano ancora i vizi di un Re e non si modernizzavano sistemi antichi di regime; dove l'impresa veniva aiutata con sgravi fiscali, ma privata di un mercato. Il sud, tramite un politica economica difensiva, non espertò mai più di tanto e si ritrovò presto abbandonato a se stesso.



( «Inoltre ha detto che tutto è stato letteralmente smontato, dall'industrie ai cantieri, e rimontato al Nord») Non è che "spostare" dei capannoni dal Sud al Nord, si creano quelle sinergie popolari atte allo sviluppo: quelli sono solo immobili.
Annabelle
2010-05-31 04:23:33 UTC
E' una cosa che mi interessa molto ultimamente...

Garibaldi entrò "grazie" ai camorristi, nessuno la voleva l'unione!

Da qui nacquero i briganti et cetera et cetera et cetera...

Infatti è per colpa sua che adesso c'è ancora la camorra. Il male del mondo inizia da Garibaldi.

Ti allego un video trovato su youtube:

http://www.youtube.com/watch?v=hv-NpHIfvJ0



Alla fine Garibaldi viene spacciato come un eroe in tutto il mondo ma in realtà era un camorrista.

La storia vera è stata occultata.
2010-05-29 13:44:03 UTC
Partiamo dai Mille o, ufficialmente, il Corpo Volontari Italiani



I Mille furono finanziati, con il beneplacito del re di Sardegna (Vittorio Emanuele II) e soprattutto del suo primo ministro "figlio della vedova" ossia MASSONE Cavour, dalla Gran Bretagna interessata a stroncare la fiorente e concorrente industria manifatturiera siciliana nei commerci con l'Impero Ottomano.

Non dimentichiamo che una parente dell'Ammiraglio Orazio Nelson aveva una grandissima tenuta (dono di gratitudine del re di Napoli al militare inglese e segno dell'aiuto che Napoli ottenne contro Napoleone Bonaparte) in Sicilia che fu la base logistica e di rifornimento dei garibaldini per la conquista dell'isola.

Questo per sottolineare che NON ERANO STRACCIONI ma furono riforniti di armi e munizioni (non cannoni o artiglieria pesante) all'avanguardia.



La corruzione e scelte sbagliate da parte di Francesco II, re delle Due Sicilie da pochissimi mesi, circa i militari che dovevano portare avanti la controffensiva (il generale Ferdinando Lanza fu in assoluto il più inetto ed incapace tra questi, che riuscì in un colpo solo a sbagliare obiettivo e ad alienare la fedeltà dei palermitani bombardando la città senza colpire il comando garibaldino) determinarono la conquista della Sicilia.

Un ruolo non secondario è da attribuire dalla nobiltà meridionale, rimasta ancora latifondista, che odiava i Borbone come parvenu (la casata risale al XVIII sec. con Carlo di Borbone, salito al trono nel 1734) in quanto la stragrande maggioranza di loro risaliva ai giorni della dominazione longobarda, normanna e svevo-angioina! Un grande affresco molto realistico lo si può tuttora vedere attraverso il film "Il Gattopardo" di Luchino Visconti!!!

Da sottolineare che i "bravi" garibaldini agli ordini del piemontese NINO BIXIO non solo massacrarono a Bronte (ma la rivota riguardò anche i municipi di Randazzo, Castiglione, Regalbuto, Centorbi) i contadini di cui dicevano essere i liberatori, contadini che chiedevano solo TERRA e LIBERTA', ma parteciparono attivamente nel dopoguerra all'assassinio sommario di decine di migliaia di Meridionali che chiedevano la stessa cosa insieme alla GIUSTIZIA SOCIALE nella Guerra contro i Meridionali, conosciuta anche come lotta al Brigantaggio.



I Borbone

Francesco di Borbone aveva sposato da poco la sua bella Sofia di Baviera che, nel 1859, divenne re e dovette affrontare subito l'emergenza invasione.

Del "generale" Lanza e della sua interessata inettitudine ho detto! Si aggiungano tra militari e civili Liborio Romano, nobile e ultimo ministro dell'interno borbonico che fece il classico SALTO DELLA QUAGLIA, passando sul carro dei vincitori ed anzi agevolandone la vittoria, il generale e ministro Giuseppe Piànell, i generali Carlo Filangieri, Nicola Melendez, Fileno Briganti, Giuseppe Ghio (tuti traditori che si schierarono con l'invasore invece di contrastarne l'avanzata).



L'unico che rimase fedele alla causa borbonica fino alla fine fu il generale Giosuè Ritucci che difese l'ultimo baluardo borbonico: Gaeta dove combattè il re in persona e perfino la regina Sofia!!!



Il dopo-invasione

Francesco II non abdicò mai e per questo i suoi discendenti possono con onore guardare al proprio avo!

Garibaldi rinunciò alla "Dittatura" per offrire sul classico "piatto d'argento" il defunto regno delle Due Sicilie al Savoiardo a Teano con quel risibile "Obbedisco"!



Da sottolineare:

NON FU MAI FORMULATA ALCUNA UFFICIALE DICHIARAZIONE DI GUERRA TRA PIEMONTE E REGNO DUOSICILIANO andando contro il più basilare dei principi di diritto internazionale e cioè quello che obbliga l'attaccante a spiegare le proprie ragioni dell'attacco!!!



Fu indetto un referendum noto come "plebiscito".

Intanto i traditori civili diventavano "senatori" e nobili del nuovo regno, i traditori militari entravano nei ranghi dell'esercito savoiardo insieme ai garibaldini ed iniziò l'opera di distruzione sistematica del Meridione.

Le fiorenti industrie manifatturiere di Napoli e della Sicilai furono chiuse per favorire quelle, mediocri,del nord.

Il più moderno porto e cantiere navale del Mediterraneo dopo Genova, ossia Brindisi, fu totalmente dismesso. Le saline siciliane iniziarono il loro declino a vantaggio di quelle venete e romagnole.

Tutti i beni dei Borbone furono incamerati dalla Corona nonchè il cospicuo Capitale del Banco di Napoli e il Banco di Sicilia fu stornato verso le banche piemontesi.

Il referendum di unione al regno di Sardegna fu fatto ma non vi partecipò tutto il popolo (il suffragio universale era ancora una idea balzana di qualche vecchio ed irriducibile mazziniano) ma solo i nobili ed i notabili ... e fu un "plebiscito"!!!



Alla crisi economica e finanziaria che seguì (il popolo fu spremuto fino all'osso con imposte e gabelle che servavano a pagare i danni di guerra che i pimontesi dovevano pagare agli Austriaci per tutte le guerre perse nel corso del XIX sec.), si aggiunse la beffa:

1) la leva obbligatoria di 24 mesi
2010-05-30 14:36:37 UTC
La vera storia viene sempre nascosta. Si fa sempre più difficile ammettere che il Sud sia stato ampiamente depredato dal nord. Di fatti per riunire l' Italia regno, intorno al Piemonte, non sò quanti quattrini si presero i governi del nord, la destra storica aveva preso di mira le casse del sud, aveva mandato a morire soldati giovanissimi. E continuamente i popoli del Sud venivano attaccati deliberatamente da forze dell' ordine che facevano capo a personaggi aristocratici, che decidevano le sorti del Sud senza conoscerne i reali problemi. Poi qualcuno del nord si accorse che il nord depredò il Sud per riunire il Regno d' Italia. Raro, ma è successo qui su answers
2010-05-29 11:23:34 UTC
- Corruppe....non corrompè.... il tuo insegnante oltre a ripassare la storia dovrebbe studiare la grammatica...il tuo professore deve aver studiato gli interventi di The King e Des Esseintes...invece di star a sentire queste brave persone, leggiti:

Piero Pieri: "Storia militare del Risorgimento italiano" - Ed. Einaudi...
2010-05-29 09:27:12 UTC
Regno delle Due Sicilie fu il nome che il re Ferdinando di Borbone dette al suo regno, allorché, nel 1816, dopo il Congresso di Vienna, soppresse il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia e la relativa costituzione che li teneva separati, unendoli in un'unica entità statale.Prima della Rivoluzione Francese del 1789 e delle successive campagne napoleoniche, la dinastia dei Borbone regnava negli stessi territori, ma questi risultavano divisi nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia (ad eccezione dell'isola di Malta che era concessa in feudo al Sovrano Militare Ordine di Malta). Generalmente si conviene comunque di inserire nella trattazione storica del Regno delle Due Sicilie tutto il periodo di sovranità borbonica sui regni di Napoli e Sicilia (a partire dunque dal 1734) per una evidente continuità tra le diverse entità statali.



Io credo ke sia così poi nn so te...

spero di esserti stato di aiuto... CIAO...


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