Domanda:
adolf hitler al potere?
anonymous
2007-12-21 13:13:45 UTC
sono uno che non studiava molto, adesso lavoro però c'è qualcuno che si ricorda come cavolo ha fatto quel pazzo di hitler ad arrivare al potere(dopo la nomina di cancelliere)dico io chi lo ha reso capo della germania(duce se non sbaglio...........non ditemi niente per favore)ha visto quali erano le sue idee(folli)?chi se lo ricorda me lo può scrivere(lo so sono un ciuccione ignorante)
Otto risposte:
anonymous
2007-12-22 03:36:35 UTC
Adolf Hitler (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945) è stato un politico tedesco.



Di origini austriache, fu Reichskanzler (Cancelliere) dal 1933 e Führer (Guida, Condottiero) della Germania dal 1934 al 1945 (Terzo Reich). Fu il fondatore e leader del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei), noto con il nome abbreviato di Partito Nazista.



Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar. Sfruttando abilmente la sua oratoria carismatica e facendo leva sull'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel '23, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura nel 1934, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg. Grazie ad un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia, il 1 settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale.



Hitler fu fautore e responsabile sin dal 1933 di una politica di discriminazione e segregazione degli Ebrei dalla vita sociale ed economica del Paese; politica che dal 1941 si tramutò in un piano d'internamento e sterminio totale (noto con il nome di "Soluzione finale") al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah o Olocausto. Oltre al genocidio degli Ebrei, la "Soluzione finale" prevedeva l'eliminazione di altri gruppi etnici, politici e sociali (Rom, popolazioni slave, omosessuali, comunisti, disabili mentali, minoranze religiose, prigionieri di guerra e oppositori politici).



Sconfitto dagli Eserciti alleati e con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.





Biografia



Infanzia e gioventù



Hitler da bambinoAdolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 a Braunau am Inn, una piccola cittadina vicino a Linz nella provincia dell'Alta Austria, vicino al confine tedesco (Baviera), in quello che allora era l'Impero Austro-Ungarico. Suo padre Alois Hitler (1837-1903) era un ufficiale inferiore delle dogane. Sua madre era Klara Pölzl, terza moglie di Alois. Dei loro sei figli, solo Adolf e sua sorella Paula sopravvissero all'infanzia.



Alois Hitler era figlio illegittimo, e per questo da giovane utilizzò il cognome della madre, Schicklgruber. Nel 1876 adottò legalmente il cognome del padre naturale (che però non lo riconobbe mai finché fu in vita), trasformandolo da Hiedler (o Hüttler) in Hitler. Se effettivamente Alois fosse il figlio naturale di Johann Hiedler (o Hüttler) (1807-1888), il padre di Adolf sarebbe stato parente di sangue della propria moglie Klara, la cui madre si chiamava Hüttler e potrebbe essere stata la sorellastra di Alois.



Il figlio Adolf non usò mai il cognome Schicklgruber. In seguito i suoi avversari politici fecero circolare delle voci che insinuavano che Hitler fosse di origine ebrea: dopo che Maria Teresa d'Austria aveva dato la cittadinanza piena agli ebrei che si convertivano al cattolicesimo, essi usavano tradurre i loro cognomi ebraici in tedesco, e Schicklgruber era un cognome comune tra gli ebrei convertiti.





La madre di HitlerInoltre, una diversa fonte afferma che Hitler non sapesse con certezza chi fosse stato suo nonno. Le voci che affermavano che egli fosse per un quarto ebreo sarebbero dovute al fatto che sua nonna Maria Anna Schicklgruber sarebbe rimasta incinta del padre di Adolf mentre era al servizio di una famiglia ebrea a Graz, in Austria. Il datore di lavoro di Maria (mai identificato storicamente), inoltre, le avrebbe corrisposto una cifra mensile per il mantenimento del figlio fino alla maggiore età. Tuttavia, di tali presunti versamenti non esiste alcuna prova. Adolf adottò il proprio cognome "Hitler", come nome d'arte quando dipingeva.





Il padre di HitlerSecondo alcuni scrittori,[1][2] Maria Anna Schicklgruber era a Vienna quando rimase incinta, domestica della famiglia Rothschild. Il nonno paterno sarebbe un barone della famiglia Rothschild, il quale non riconobbe il figlio.

I Rothschild erano una famiglia di banchieri, ebrei-tedeschi. Con un nonno ebreo, lo stesso Hitler sarebbe un ebreo-tedesco. I legami poi con una famiglia di banchieri diventerebbero fondamentali per capire l'evolversi della storia. Bisogna aggiungere che tali teorie sono generalmente considerate senza alcun reale riferimento storico.



Hitler era un bambino intelligente ma umorale, e fu bocciato due volte agli esami per ottenere l'ammissione all'educazione superiore a Linz. Era devoto alla sua indulgente madre e sviluppò un odio per suo padre, verosimilmente motivato dai crudeli maltrattamenti psicofisici ricevuti, ipotizzati fra l'altro dalla psicologa Alice Miller in alcuni suoi libri. Tornando al discorso delle origini ebraiche, alcuni storici e psicologi ritengono infatti che, in tal caso, possa esserci un nesso fra l'odio di Hitler per la parte paterna della famiglia e gli ebrei.[citazione necessaria]





Vienna e Monaco

Alois Hitler morì il 2 gennaio 1903 per un'emorragia polmonare. La vedova, Klara, morì di cancro al seno il 21 dicembre 1908. Il diciannovenne Adolf, rimasto orfano, ben presto lasciò la sua casa per Vienna, dove aveva vaghe speranze di diventare un artista. Aveva diritto a una pensione da orfano, che integrava lavorando come illustratore. Aveva talento artistico e spesso disegnava dipinti di case e grandi palazzi. Si candidò due volte per l'ingresso nella scuola d'arte e architettura di Vienna, ma venne scartato in entrambe le occasioni. Perse la sua pensione nel 1910, ma per allora aveva ereditato qualche soldo da una zia.



Fu a Vienna che Hitler iniziò a diventare un antisemita attivo, una passione che avrebbe governato la sua vita e fu la chiave di tutte le azioni susseguenti. L'antisemitismo era profondamente insito nella cultura cattolica del sud della Germania, nella quale Hitler era cresciuto. Vienna aveva una grossa comunità ebraica, comprendente molti ebrei ortodossi dell'Europa orientale. Hitler in seguito ricordò il suo disgusto nell'incontrare gli ebrei viennesi.





Hitler bambino, compagno di classe del filosofo Ludwig WittgensteinA Vienna l'antisemitismo si era sviluppato dalle sue origini religiose in una dottrina politica, promosso da pubblicisti come Lanz von Liebenfels, i cui libelli venivano letti da Hitler, e da politici come Karl Lueger, borgomastro di Vienna, o Georg Ritter von Schönerer, che contribuì agli aspetti razziali dell'antisemitismo. Da loro Hitler acquisì il credo nella superiorità della razza ariana, che formò le basi delle sue idee politiche. Hitler arrivò a credere che gli ebrei fossero i nemici naturali degli "ariani", e fossero anche in qualche modo responsabili per la sua povertà e incapacità di ottenere il successo che credeva di meritare.



Dopo poco, i soldi ereditati dalla zia terminarono, e per diversi anni Hitler visse in una relativa oscurità, ma è stato dimostrato che non visse mai in condizioni di reale indigenza, anche se dormina in ostelli per soli uomini. Durante il tempo libero assisteva spesso all'opera, nelle sale da concerto di Vienna, prediligeva specialmente le opere, che trattavano i temi della mitologia norrena, di Richard Wagner.



Nel 1913 Hitler si spostò a Monaco di Baviera per evitare il servizio militare nell'esercito Austro-Ungarico. Ma nell'agosto 1914, quando l'Impero Germanico entrò nella prima guerra mondiale, si arruolò improvvisamente come volontario nell'esercito tedesco del Kaiser Guglielmo II. Ottenne il grado di caporale e prestò servizio attivo in Francia e Belgio come staffetta portaordini, laddove la mortalità era altissima. Venne ferito e gassato e, essendosi distinto in combattimento, Hitler ricevette la Croce di Ferro di seconda classe e dopo, caso più unico che raro per un soldato semplice, quella di prima classe per il suo coraggio.



Durante la guerra Hitler acquisì un appassionato patriottismo tedesco, anche se non era un cittadino dell'Impero Germanico (un dettaglio a cui non pose rimedio fino al 1932). Fu sconvolto dalla capitolazione tedesca nel novembre 1918, quando l'esercito tedesco non era (così lui credeva) stato sconfitto. Egli, come molti altri nazionalisti tedeschi, incolpò gli ebrei di avere attizzato focolai rivoluzionari bolscevichi che minavano, dall'interno, la resistenza dei soldati al fronte e i politici (i "criminali di novembre") per la resa e per aver sottoscritto il trattato di Versailles.





Il Partito Nazionalsocialista

« Già negli anni 1913-1914 io cominciai ad esprimere in diversi circoli, oggi fedeli alla causa nazionalsocialista, il pensiero che la questione del futuro tedesco ruotava attorno alla distruzione del marxismo. »





Dopo la guerra Hitler rimase nell'esercito, che veniva ora impegnato principalmente nella repressione delle rivoluzioni socialiste che scoppiavano in tutta la Germania, compresa Monaco, dove Hitler tornò nel 1919. Mentre era ancora nell'esercito, venne incaricato di spiare gli incontri di un piccolo partito nazionalista, il Partito Tedesco dei Lavoratori (DAP). Hitler si unì al partito come membro numero 555 nella primavera del 1919. Il 14 agosto incontrò per la prima volta Dietrich Eckart, un antisemita e uno dei primi membri chiave del partito, in occasione di un discorso tenuto davanti ai membri del DAP.





Francobollo tedescoHitler non venne congedato dall'esercito fino al 1920; dopo di che cominciò a prendere parte a tempo pieno alle attività del partito. Ne divenne ben presto il leader e ne cambiò il nome in Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi (National Sozialistische Deutsche Arbeitspartei - NSDAP), normalmente conosciuto come Partito Nazista da National Sozialistische, in contrasto con Sozi, un termine usato per indicare il Partito Socialdemocratico Tedesco. Il partito adottò la svastica (presunto simbolo dell'"arianesimo") e il saluto romano usato dai fascisti italiani.



Il Partito Nazista era solo uno dei numerosi piccoli gruppi estremistici della Monaco di quell'epoca, ma Hitler scoprì ben presto di avere due talenti notevoli; nell'oratoria pubblica e nell'ispirare la lealtà delle persone. La sua oratoria, che attaccava gli ebrei, i socialisti e i liberali, i capitalisti e i comunisti, iniziò ad attrarre nuovi aderenti. Tra i primi seguaci troviamo Rudolf Hess, Hermann Göring ed Ernst Röhm, che sarebbe stato il capo dell'organizzazione paramilitare nazista, la SA (Sturmabteilung). Un altro ammiratore fu il Maresciallo di Campo dell'epoca di guerra, Erich Ludendorff. Hitler decise di usare Ludendorff come facciata in un tentativo abbastanza velleitario di conquistare il potere, il "Putsch di Monaco" dell'8 novembre 1923, quando i nazisti marciarono da una birreria fino al Ministero della Guerra bavarese, intendendo rovesciare il governo separatista di destra della Baviera e da lì marciare su Berlino. Hitler fece affidamento principalmente sull'aiuto degli ex combattenti delusi dalla Repubblica di Weimar riuniti nelle organizzazioni paramilitari dei "Corpi Franchi" (Freikorps).



Il colpo di stato fallì e Hitler venne processato per alto tradimento; tuttavia, egli si servì del processo per diffondere il suo messaggio in tutta la Germania. Nell'aprile 1924 venne condannato a cinque anni di carcere nella prigione di Landsberg. Qui Hitler dettò un libro intitolato Mein Kampf (La mia battaglia) al suo fedele delfino, Hess. Questo lavoro ponderoso, conteneva le idee di Hitler sulla razza, la storia e la politica, compresi numerosi avvertimenti sul destino che attendeva i suoi nemici, specialmente gli ebrei, nel caso in cui fosse riuscito a salire al potere. Il libro venne pubblicato la prima volta in due volumi: il primo nel 1925 e il secondo un anno dopo. Le prospettive di un Hitler al potere sembravano così remote, a quel tempo, che nessuno prese seriamente i suoi scritti.



Considerato relativamente innocuo, Hitler ottenne una riduzione della pena. Venne rilasciato nel dicembre 1924 dopo solo nove mesi. A quel momento il Partito Nazista a malapena esisteva e i suoi capi dovettero sforzarsi a lungo per cercare di ricostruirlo.



Durante questi anni Hitler formò un gruppo che sarebbe in seguito diventato uno degli strumenti chiave nel raggiungimento dei suoi obiettivi. Poiché le Sturmabteilungen di Röhm erano inaffidabili e prive di disciplina, e formavano una base di potere separata all'interno del partito, Hitler costituì una guardia del corpo personale, le Schutzstaffeln ("unità di protezione" o SS). Questo corpo d'élite dalle uniformi nere venne guidato da Heinrich Himmler, il principale esecutore dei piani di Hitler sulla "questione ebraica", durante la seconda guerra mondiale.



Un elemento chiave del fascino esercitato da Hitler sul popolo tedesco si trovava nel suo costante fare appello all'orgoglio nazionale, ferito dalla sconfitta in guerra e umiliato dal Trattato di Versailles, imposto all'Impero Germanico dagli alleati. L'Impero, infatti, sfaldandosi, dovette cedere territori a Francia, Polonia, Belgio e Danimarca, abbandonare le sue colonie, dismettere la Marina, pagare un conto salatissimo per le riparazioni di guerra, e assumersi la piena responsabilità e colpevolezza dello scoppio del conflitto. Siccome molti tedeschi non credevano che fosse stata la Germania a dar inizio alla guerra (essendo stata dichiarata dall'Austria), né di essere stati lealmente sconfitti, erano amaramente risentiti per questi termini. Anche se i primi tentativi, da parte dei nazisti, di guadagnare voti con la condanna delle umiliazioni e delle macchinazioni dell'"ebraismo internazionale" non ebbero particolare successo con l'elettorato, la propaganda di partito imparò la lezione, e presto capovolse la situazione a proprio vantaggio attraverso un'espressione più subdola dei suoi contenuti, che combinava l'antisemitismo con attacchi "spiritati" contro i fallimenti del "sistema di Weimar" e i partiti che lo appoggiavano.





La corsa al potere

Il punto di svolta delle fortune di Hitler giunse con la Grande Depressione che colpì la Germania nel 1930. Il regime democratico costituito in Germania nel 1919, la cosiddetta Repubblica di Weimar, non era mai stato genuinamente accettato dai conservatori e neanche dal potente Partito Comunista. I Socialdemocratici e i partiti tradizionali del centro e della destra si mostrarono inadeguati nel contenere lo shock della Depressione ed erano, inoltre, tutti segnati dall'associazione con il "sistema di Weimar". Nelle elezioni del 14 settembre 1930, il partito nazionalsocialista sorse improvvisamente dall'oscurità e si guadagnò oltre il 18% dei voti e 107 seggi nel Reichstag, diventando così la seconda forza politica in Germania.



Il successo di Hitler si basava sulla conquista della classe media, colpita duramente dall'inflazione degli anni '20 e dalla disoccupazione portata dalla Depressione. Contadini e veterani di guerra costituivano altri gruppi che supportavano i nazisti, influenzati dai mistici richiami dell'ideologia Volk (popolo) al mito del sangue e della terra. La classe operaia urbana, invece, in genere ignorava gli appelli di Hitler; Berlino e le città della regione della Ruhr gli erano particolarmente ostili; infatti in queste città il Partito Comunista era ancora forte, ma si opponeva anch'esso al governo democratico, ragion per cui si rifiutò di cooperare con gli altri partiti per bloccare l'ascesa di Hitler.



Le elezioni del 1930 furono un disastro per il governo di centro-destra di Heinrich Brüning, che si vedeva privato della maggioranza al Reichstag, affidato alla tolleranza dei Socialdemocratici e costretto all'uso dei poteri d'emergenza da parte del Presidente della Repubblica per restare al governo. Con le misure austere introdotte da Brüning per contrastare la Depressione, avare di successi, il governo era ansioso di evitare le elezioni presidenziali del 1932, e sperava di garantirsi l'accordo con i nazisti per estendere il mandato di Hindenburg. Ma Hitler si rifiutò e anzi corse contro Hindenburg nelle elezioni presidenziali, arrivando secondo nelle due tornate elettorali, superando il 35% dei voti nella seconda occasione, in aprile, nonostante i tentativi del Ministro degli Interni Wilhelm Groener e del governo Socialdemocratico della Prussia di limitare le attività pubbliche dei nazisti, soprattutto bandendo le SA.



L'imbarazzo delle elezioni pose fine alla tolleranza di Hindenburg nei confronti di Brüning, e il vecchio Maresciallo di Campo dimise il governo e ne nominò uno nuovo guidato dal reazionario Franz von Papen che immediatamente abrogò il bando sulle SA e indisse nuove elezioni per il Reichstag. Alle elezioni del luglio 1932 i nazisti ottennero il loro migliore risultato, vincendo 230 seggi e diventando il partito di maggioranza relativa. In quel momento i nazisti e i comunisti controllavano la maggioranza del Reichstag, la formazione di un governo di maggioranza stabile, impegnato alla democrazia, era impossibile e, a seguito del voto di sfiducia sul governo von Papen, appoggiato dall'84% dei deputati, il nuovo Reichstag si dissolse immediatamente e furono ancora una volta indette nuove elezioni.



Von Papen e il Partito di Centro aprirono entrambi dei negoziati per assicurarsi la partecipazione nazista al governo, ma Hitler pose delle condizioni dure, chiedendo il cancellierato e il consenso del Presidente che gli permettesse di utilizzare i poteri d'emergenza dell'Articolo 48 della costituzione. Questo fallimento nell'entrare al governo, unito agli sforzi nazisti di ottenere il supporto della classe operaia, alienarono alcuni dei precedenti sostenitori e nelle elezioni del novembre 1932 i nazisti persero dei voti, pur rimanendo il principale partito del Reichstag.



Poiché von Papen aveva chiaramente fallito nei suoi tentativi di garantirsi una maggioranza attraverso la negoziazione che avrebbe portato i nazisti al governo, Hindenburg lo dimise e chiamò al suo posto il generale Kurt von Schleicher, che era stato per lungo tempo una forza dietro le quinte e più recentemente Ministro della Difesa, il quale promise di poter garantire un governo di maggioranza attraverso la negoziazione con i sindacalisti Socialdemocratici e con la fazione nazista dissidente, guidata da Gregor Strasser.



Come Schleicher si imbarcò in questa difficile missione, von Papen e Alfred Hugenberg, Segretario del Partito Popolare Tedesco-Nazionale (DNVP), che prima dell'ascesa nazista era il principale partito di destra, cospirarono per persuadere Hindenburg a nominare Hitler come cancelliere in coalizione con il DNVP, promettendo che sarebbero stati in grado di controllarlo. Quando Schleicher fu costretto ad ammettere il suo fallimento, e chiese ad Hindenburg un altro scioglimento del Reichstag, Hindenburg lo silurò e mise in atto il piano di von Papen, nominando Hitler Cancelliere con von Papen come Vicecancelliere e Hugenberg come Ministro dell'Economia, in un gabinetto che comprendeva solo tre nazisti; Hitler, Göring, e Wilhelm Frick. Il 30 gennaio 1933, Adolf Hitler prestò giuramento come Cancelliere nella camera del Reichstag, sotto gli sguardi e gli applausi di migliaia di sostenitori del nazismo.





Hitler visita la Finlandia nel 1942Il Partito Comunista Tedesco, vincolato da Mosca, ebbe larga parte delle responsabilità nell'ascesa al potere di Hitler. Fin dal 1929, Stalin aveva spinto il Comintern ad adottare una politica di estremo settarismo verso tutti gli altri partiti di sinistra; i socialdemocratici erano trattati come "social-fascisti" e nessuna alleanza doveva essere stretta con loro. Questo serviva ai fini politici interni di Stalin, ma ebbe conseguenze opposte in Germania. Il Partito Comunista, non solo fallì nell'opporsi ai nazisti in alleanza con i socialdemocratici, ma cooperò tatticamente con i primi (soprattutto in occasione dello sciopero dei trasporti pubblici berlinesi del 1932). Furono presto costretti a capire l'errore di questa politica. Usando il pretesto dell'Incendio del Reichstag, Hitler emise il "Decreto dell'incendio del Reichstag", del 28 febbraio 1933. Il decreto sopprimeva diversi importanti diritti civili in nome della sicurezza nazionale. I leader comunisti, assieme ad altri oppositori del regime, si trovarono ben presto in prigione. Al tempo stesso le SA lanciarono un'ondata di violenza contro i movimenti sindacali, gli ebrei e altri "nemici".



Ma Hitler non aveva ancora la nazione in pugno. La nomina a Cancelliere di Hitler e il suo uso dei meccanismi incastonati nella Costituzione per approdare al potere hanno portato al mito della nazione che elegge il suo dittatore e al supporto della maggioranza alla sua ascesa. Hitler divenne Cancelliere su nomina legale del Presidente, che era stato eletto dal popolo. Ma né Hitler, né il partito disponevano della maggioranza assoluta dei voti. Nelle ultime elezioni libere, i nazisti ottennero il 33% dei voti, guadagnando 196 dei 584 seggi disponibili. Anche nelle elezioni del marzo 1933, che si svolsero dopo che terrore e violenza si erano diffuse per lo stato, i nazisti ricevettero solo il 44% dei voti. Il partito ottenne il controllo della maggioranza dei seggi al Reichstag attraverso una formale coalizione con il DNVP. Infine, i voti addizionali necessari a far passare il Decreto dei pieni poteri, che investì Hitler di un'autorità dittatoriale, i nazisti se li assicurarono espellendo i deputati comunisti e intimidendo i ministri del Partito di Centro. In una serie di decreti che arrivarono subito dopo, vennero soppressi gli altri partiti e bandite tutte le forme di opposizione. In solo pochi mesi, Hitler aveva raggiunto un controllo autoritario senza aver mai violato o sospeso la costituzione di Weimar. Ma aveva minato la democrazia per poterlo fare.





Il regime nazionalsocialista

« Verrà un giorno in cui sarà più grande onore avere il titolo di cittadino del Reich in qualità di spazzino che essere re in uno Stato straniero, e questo giorno verrà certamente, poiché, in un mondo come il nostro, che permette la mescolanza delle razze, uno Stato che dedica tutti i suoi sforzi allo sviluppo dei migliori elementi razziali deve fatalmente diventare il padrone del mondo. »





Essendosi assicurato il potere politico supremo in maniera legale con libere elezioni, Hitler rimase estremamente popolare fino ai momenti finali del suo regime. Era un maestro di oratoria, e con tutti i mezzi d'informazione tedeschi sotto il controllo del suo capo della propaganda, Joseph Goebbels, egli fu in grado di persuadere la maggioranza dei tedeschi che era il loro salvatore; dalla depressione, dai comunisti, dal trattato di Versailles e dagli ebrei. Su quelli che non ne erano persuasi, le SA, le SS e la Gestapo (la Polizia segreta di stato) avevano mano libera, e a migliaia scomparirono nei campi di concentramento. Molti di più emigrarono, compresi circa metà degli ebrei tedeschi.



Per consolidare il suo regime, Hitler aveva bisogno della neutralità dell'esercito e dei magnati dell'industria. Questi erano allarmati dalla componente "socialista" del Nazionalsocialismo, che era rappresentata dalle camicie brune delle SA di Ernst Röhm, in gran parte appartenenti alla classe operaia. Per rimuovere questa barriera all'accettazione del regime, Hitler lasciò libero il suo luogotenente, Himmler, di assassinare Röhm e decine di altri nemici reali o potenziali, durante la notte del 29-30 giugno 1934. L'evento è ricordato come la Notte dei lunghi coltelli. Quando Hindenburg morì, il 2 agosto 1934 Hitler fuse assieme gli uffici di Presidente e Cancelliere, autonominandosi guida (Führer) della Germania, e ottenendo un giuramento di fedeltà personale da ogni membro delle forze armate.



Quegli ebrei che non erano emigrati in tempo, ebbero a pentirsi della loro esitazione. In base alle Leggi di Norimberga del 1935 persero il loro status di cittadini tedeschi e vennero espulsi dagli impieghi statali, dagli ordini professionali e da gran parte delle attività economiche. Erano oggetto dello sbarramento di una odiosa propaganda. Pochi non ebrei tedeschi si opposero a questi passi. La chiesa cristiana, immersa in secoli di antisemitismo, rimase in silenzio. Queste restrizioni vennero ulteriormente aggravate, specialmente dopo l'operazione anti-ebraica del 1938, conosciuta come Notte dei cristalli (Kristallnacht o Reichskristallnacht). Dal 1941 agli ebrei venne richiesto di indossare una stella gialla in pubblico.



Nel marzo 1935 Hitler ripudiò il Trattato di Versailles, reintroducendo la coscrizione in Germania. Il suo scopo sembrava quello di costruire una massiccia macchina militare, comprendente una nuova Marina e una nuova Aviazione (la Luftwaffe). Quest'ultima venne posta sotto il comando di Hermann Göring, un comandante veterano della prima guerra mondiale. L'arruolamento di grandi quantità di uomini e donne nel nuovo esercito sembrava risolvere i problemi di disoccupazione, ma distorse seriamente l'economia.



Nel marzo 1936 Hitler violò nuovamente il Trattato di Versailles, rioccupando la zona demilitarizzata della Renania e poiché Regno Unito e Francia non fecero nulla per fermarlo, prese coraggio. Nel luglio 1936 scoppiò la Guerra civile spagnola, dove i militari, guidati dal generale Francisco Franco, si ribellarono contro il governo regolarmente eletto del Fronte Popolare. Hitler inviò delle truppe ad aiutare i ribelli. La Spagna servì come prova sul campo per le nuove forze armate tedesche e per i loro metodi, compreso il bombardamento di città indifese come Guernica, che venne distrutta dalla Luftwaffe nell'aprile 1937.





Benito Mussolini e Hitler durante la visita ufficiale nella Jugoslavia occupataPer dimostrare al mondo la potenza tedesca, Hitler (su idea di Goebbels) ospitò a Berlino l'XI Olimpiade, con una cerimonia iniziale trionfale.

Hitler formò un'alleanza con Benito Mussolini e l'Italia Fascista - l' Asse Roma-Berlino - il 25 ottobre 1936. Questa alleanza venne in seguito allargata a Giappone, Ungheria, Romania e Bulgaria. Queste nazioni sono collettivamente conosciute come Potenze dell'Asse. Il 5 novembre 1937 alla Cancelleria del Reich, Adolf Hitler tenne un incontro segreto dove dichiarò i suoi piani per l'acquisizione di "spazio vitale" per il popolo tedesco.



Il 12 marzo 1938 Hitler costrinse la nativa Austria all'unificazione con la Germania (l'Anschluss) e fece un ingresso trionfale a Vienna. In seguito intensificò la crisi che coinvolgeva gli abitanti di lingua tedesca della regione dei Sudeti in Cecoslovacchia. Questo portò all'Accordo di Monaco del settembre 1938 in cui la Gran Bretagna e la Francia, con la mediazione di Mussolini, diedero debolmente strada alle sue richieste, evitando la guerra ma non riuscendo a salvare la Cecoslovacchia. I tedeschi entrarono a Praga il 10 marzo 1939.



A questo punto Francia e Gran Bretagna decisero di prendere posizione, e resistettero alla successiva richiesta di Hitler per la restituzione dei territori ceduti alla Polonia in base al Trattato di Versailles. Ma le potenze occidentali non furono in grado di giungere ad un accordo con l'Unione Sovietica per un'alleanza contro la Germania, e Hitler ne approfittò. Il 23 agosto 1939 concluse un patto di non-aggressione (il Patto Molotov-Ribbentrop) con Stalin, definendo anche i criteri per la spartizione del territorio polacco. Il 1° settembre la Germania invase la Polonia. Hitler restò sorpreso quando Francia e Gran Bretagna onorarono il loro impegno con i polacchi dichiarando guerra alla Germania.





Seconda guerra mondiale: le vittorie

« Dobbiamo essere crudeli. Dobbiamo riabituarci ad essere crudeli con la coscienza pulita. »





Nei tre anni seguenti Hitler conseguì una sfilza quasi ininterrotta di successi militari. La Polonia venne rapidamente sconfitta e spartita coi sovietici. Nell'aprile 1940 la Germania invase Danimarca e Norvegia (Operazione Weserübung). In maggio iniziò un offensiva lampo che travolse rapidamente Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e la Francia (Campagna di Francia), che collassò nel giro di sei settimane. Nell'aprile 1941 toccò a Jugoslavia e Grecia ad essere invase (Campagna dei Balcani). Nel frattempo le forze tedesche (Afrika Korps), unite a quelle italiane, avanzavano attraverso il Nord Africa verso l'Egitto, puntando Alessandria d'Egitto ed Il Cairo. Queste invasioni furono accompagnate dal bombardamento di città indifese come Varsavia, Rotterdam e Belgrado. L'unico insuccesso di Hitler fu quello di non riuscire a piegare la Gran Bretagna con i bombardamenti, tentativo che venne contrastato durante la Battaglia d'Inghilterra.



Il 22 giugno 1941 ebbe inizio l'Operazione Barbarossa. Le forze di Hitler invasero l'URSS, occupando rapidamente il terzo occidentale della Russia europea, assediando Leningrado e minacciando Mosca. Durante l'inverno l'armata di Hitler venne respinta alle porte di Mosca, ma l'estate successiva l'offensiva riprese. Per il luglio 1942 le truppe di Hitler erano sul Volga. Qui vennero sconfitte nella Battaglia di Stalingrado, la prima grossa sconfitta tedesca. In Nord Africa i britannici sconfissero i tedeschi nella seconda battaglia di El Alamein, contrastando i piani di Hitler di occupare il Canale di Suez e il Medio Oriente.



A proposito della certezza della vittoria bellica da parte del dittatore e i suoi fedeli, Hitler dichiarò testualmente in presenza dei suoi generali: "Quanto alla propaganda, troverò qualche spiegazione per lo scoppio della guerra. Non importa se plausibile o no, al vincitore non verrà chiesto, poi, se avrà detto o no la verità". William L. Shirer. Storia del terzo Reich . Torino, Einaudi, 1990 .





La Shoah



Hitler a Monaco nel 1939Ci si è a volte chiesti perché Hitler avesse invaso l'URSS lasciando il Regno Unito invitto ad ovest. La risposta è che Hitler aveva due obiettivi preponderanti: creare un Impero orientale per i Tedeschi, e sterminare gli Ebrei. Per Hitler, la guerra contro gli alleati occidentali era solo un necessario preludio alla conquista dell'Europa orientale; qui egli intendeva schiavizzare, deportare o uccidere russi, polacchi e altre popolazioni slave per fare spazio ai coloni tedeschi, un obiettivo allora condiviso da parte dell'opinione pubblica tedesca.



L'altro motivo che lo spinse a forzare l'espansione ad Est fu il fatto che L'URSS ospitava la seconda comunità ebraica in Europa dopo la Polonia (3,3 milioni di persone). Gli omicidi di massa degli Ebrei iniziarono con gli Einsatzgruppen, che seguivano le armate tedesche in URSS conducendo fucilazioni di massa attraverso i territori occupati. Durante queste esecuzioni si stima vennero uccisi circa 2 milioni di ebrei.



Rimase la questione di cosa fare dei milioni di Ebrei affollati nei ghetti del Governatorato Generale di Polonia. Le prove suggeriscono che, durante l'autunno del 1941, Hitler e Himmler si accordarono in linea di principio sull'eliminazione degli Ebrei deportati attraverso le Camere a Gas. Per facilitare l'attuazione della "Soluzione finale", si tenne a Wannsee, nei pressi di Berlino, una Conferenza il 20 gennaio del 1942, con la partecipazione di quindici ufficiali superiori del regime, guidati da Reinhard Heydrich e Adolf Eichmann.



Le registrazioni della conferenza forniscono la migliore evidenza della pianificazione centrale dell'Olocausto. Tra il 1942 e il 1944 le SS, assistite dai governi collaborazionisti e da personale reclutato nelle nazioni occupate, uccisero in maniera sistematica circa 3,5 milioni di ebrei in sei campi di sterminio localizzati in Polonia: Auschwitz-Birkenau, Belzec, Chelmno, Majdanek, Sobibor e Treblinka. Altri vennero uccisi meno sistematicamente in altri luoghi e in altri modi, o morirono di fame e malattie mentre lavoravano come schiavi. Al tentativo di Genocidio degli Ebrei europei ci si è generalmente riferiti nel dopoguerra con la parola Olocausto, ma più recentemente il termine ebraico Shoah, preferito dagli Ebrei stessi, è stato adottato dalla comunità internazionale.



Altri gruppi etnici, sociali e politici sono stati oggetto di persecuzione e in alcuni casi di sterminio durante la "Soluzione finale". Migliaia di socialisti tedeschi, comunisti e altri oppositori del regime morirono nei campi di concentramento, così come un numero alto ma sconosciuto di omosessuali. I Rom e gli zingari, ugualmente considerati razze inferiori, furono anch'essi internati o uccisi nei campi. Circa tre milioni di soldati sovietici, prigionieri di guerra, morirono nei lager, ridotti alla stregua di schiavi. Tutte le nazioni occupate soffrirono privazioni terribili ed esecuzioni di massa: fino a tre milioni di civili polacchi (non-ebrei) morirono durante l'occupazione.



Non è stato ritrovato alcun documento nel quale Hitler pianificasse esplicitamente la "Soluzione finale", ma la stragrande maggioranza degli storici concordano nel ritenere che ne sia stato l'ideatore ed esecutore materiale, ordinando a Himmler di portare avanti il piano.





Seconda guerra mondiale: la sconfitta



Lo "Stars & Stripes", giornale delle truppe americane, riporta la notizia della morte di HitlerI primi trionfi persuasero Hitler di essere un genio della strategia militare, per questo motivo divenne sempre meno desideroso di ascoltare i consigli dei suoi generali o anche solo di udire cattive notizie. Dopo la battaglia di Stalingrado, ampiamente considerata come il punto di svolta della seconda guerra mondiale, le sue decisioni militari divennero sempre più erratiche, e la posizione economica e militare della Germania si deteriorò. L'entrata in guerra degli Stati Uniti, il 7 dicembre 1941 portò a una incredibile coalizione delle principali potenze mondiali: il più grande impero mondiale (l'Impero Britannico), la principale potenza finanziaria e industriale (gli USA), e l'Unione Sovietica, che si era sobbarcata il peso più grande della seconda guerra mondiale in termini di vite umane e altre perdite. I realisti all'interno dell'esercito tedesco videro la sconfitta come inevitabile e complottarono per togliere Hitler dal potere. Nel luglio 1944 uno di loro, Claus von Stauffenberg piazzò una bomba nel quartier generale di Hitler (il cosiddetto Complotto del 20 luglio), ma Hitler scampò miracolosamente alla morte. Seguì una selvaggia rappresaglia e il movimento di resistenza venne soffocato.



L'alleato di Hitler, Benito Mussolini, venne rovesciato nel 1943. Nel frattempo l'Unione Sovietica continuava costantemente a costringere le armate di Hitler alla ritirata dai territori occupati ad est. Ma fintanto che l'Europa occidentale era assicurata, la Germania poteva sperare di tenere la posizione indefinitamente, nonostante la sempre più pesante campagna di bombardamenti sulle città tedesche. Il 6 giugno 1944 (D-Day), le armate alleate sbarcarono nel nord della Francia, e per dicembre erano arrivate al Reno. Hitler eseguì un'ultima offensiva sulle Ardenne. Ma con il nuovo anno le armate alleate stavano avanzando sul territorio tedesco. I tedeschi, intanto, avevano invaso l'Italia e instaurarono un governo fantoccio a Salò, con a capo Mussolini. Tra il 1943 e il 1945 i tedeschi uccisero migliaia di civili italiani (i peggiori massacri furono quello delle Fosse Ardeatine, con 335 morti e di Sant'Anna di Stazzema con 530 vittime innocenti, per lo più donne e bambini).



In febbraio i sovietici si fecero strada attraverso la Polonia e la Germania orientale, e in aprile arrivarono alle porte di Berlino. I più stretti collaboratori di Hitler lo invitarono a scappare in Baviera o in Austria, per cercare una resistenza finale sulle montagne, ma egli era determinato a restare nella sua capitale. Le sue armate si disfecero e mentre i sovietici si aprivano la strada verso il centro di Berlino, Hitler si suicidò nel suo bunker il 30 aprile 1945, insieme alla storica amante Eva Braun che aveva sposato poche ore prima. Aveva 56 anni. Come parte delle sue ultime volontà, ordinò che il suo corpo venisse portato all'esterno e bruciato. Nel suo testamento, scaricò tutti gli altri leader nazisti e nominò il Grandammiraglio Karl Dönitz come nuovo Führer e Joseph Goebbels come nuovo Cancelliere. Comunque, quest'ultimo si suicidò il 1 maggio 1945 insieme alla moglie dopo aver ucciso i suoi 6 figli. L'8 maggio 1945, la Germania si arrese. Il "Reich millenario" di Hitler era durato poco più di 12 anni.



I resti parzialmente carbonizzati di Hitler vennero trovati e identificati (attraverso le impronte delle arcate dentarie) dai sovietici. Essi tennero il fatto segreto, e per anni si sparse la voce che Hitler fosse in qualche modo sopravvissuto alla guerra e vivesse in America Latina, dove già avevano trovato rifugio molti ex-nazisti. In realtà i suoi resti carbonizzati vennero seppelliti in un luogo mai rivelato della Germania orientale su ordine di Stalin.



Pare che intorno all'aprile 1970 nella zona in cui i resti furono seppelliti venne deciso di costruire una zona residenziale. I servizi segreti sovietici, quindi, riesumarono i resti di Hitler, di Eva Braun, di Joseph Goebbels e della sua famiglia, li cremarono e infine gettarono le ceneri nel fiume Elba. Attualmente rimangono a Mosca una parte di calotta cranica e di mandibola che si dice siano quelli di Adolf Hitler.





Le conseguenze di Hitler e della Germania nazista

Per approfondire, vedi la voce Germania nazista.





La figura di Hitler in letteratura, cinema e musica

Per approfondire, vedi la voce Adolf Hitler (personaggio).





Note e riferimenti

^ Greg Hallett, "Hitler Was A British Agent"

^ David Icke, "Was Hitler a Rothschild?"



Bibliografia

Alan Bullock. Hitler e Stalin. Vite parallele. Milano, Garzanti Libri, 2004. ISBN 8811692733

Joachim C. Fest. Hitler. Una biografia. Milano, Garzanti Libri, 2005. ISBN 8811678501

Ian Kershaw. Hitler 1889-1936 (volume I). Milano, Bompiani, 1999. ISBN 8845242803

Ian Kershaw. Hitler 1936-1945 (volume II). Milano, Bompiani, 2001. ISBN 8845249697

Rainer Zitelmann. Hitler. Bari, Laterza, 1998. ISBN 8842055964

Testimonianze dirette della vita e dell'operato di Hitler:



Albert Speer. Memorie del Terzo Reich. Milano, Mondadori, 1996. ISBN 8804422998

Henrik Eberle, Matthias Uhl (a cura di) Il dossier Hitler (documento n. 462a, sezione 5, indice generale 30, dell'Archivio di Stato russo per la storia contemporanea, Mosca). Torino, UTET, 2005. ISBN 8802071594

Traudl Junge. Fino all'ultima ora. Le memorie della segretaria di Hitler 1942-1945. Milano, Mondadori, 2004. ISBN 8804532424

Rochus Misch. Ultimo. Il memoriale inedito della guardia del corpo di Hitler (1940-1945). Roma, Castelvecchi, 2007. ISBN 8876151664
jason
2017-02-08 05:48:52 UTC
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anonymous
2016-12-16 16:21:39 UTC
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Cindy
2007-12-21 13:28:02 UTC
Dopo la fine della 1 guerra mondiale la Germania sconfitta era alla fame. Hitler entrò a far parte del partito nazionalsocialista e tentò un primo colpo di stato. Fallito e finito in prigione, scontò la pena. Appena uscito formò le SA che lo aiutarono assieme alla popolazione scontenta a farsi eleggere a cancelliere. Quando vide la strada spianata per il potere non esitò a mandare i suoi seguaci la notte del 29 giugno 1934 (notte dei coltelli) a uccidere tutti i suoi avversari. Una volta salito al potere divenne Fuhrer (lui rappresentava la germania e la germania era sua). Il duce era Mussolini non Hitler. Per il resto cerca su Internet.Ciao!
kleinkief
2007-12-22 01:22:31 UTC
Hitler consegue una serie di importanti ed inaspettate vittorie elettorali. La prima nel 1929 gli da circa il 18% dei voti. Non molto ma alla tornata precedente era fermo solo al 2,5. Questo convince il principale, fino ad allora, partito di estrema destra, i nazionalpopolari (DNVP che scendono dal 18% al 2% circa nello stesso periodo) a formalizzare una alleanza (Harzburger Front 1931). Rafforzatosi e uscito dal ghetto in cui era stato relegato per tutti gli anni venti dalle stesse forze politiche di estrema destra il partito nazista consegue vittorie a catena fino al 44% del 1933. In seguito introduce una legislazione d'emergenza dopo l'incendio del Reichstag (parlamento tedesco) di cui furono accusati i comunisti e successivamente approfitta della morte del presidente Hindenburg per accorpare le due cariche di cancelliere e presidente del Reich. Il successivo passo è la notte dei lunghi coltelli, nel giugno 1934, nella quale vengono assassinati o incarcerati i vertici delle SA e alcuni oppositori interni tra cui va ricordato Gregor Strasser che, responsabile della propaganda e dell'organizzazione del partito fino al 1932, fu uno dei principali artefici della vittoria hitleriana grazie alla sua capacità di riunire il partito dalle scissioni e dalle divisioni che lo avevano indebolito durante la seconda metà degli anni venti. Il motivo per cui vennero colpiti i vertici delle SA era per la loro simpatia verso istanze di riforma quasi socialiste e per il fatto che, data la loro forza numerica, minacciavano il regime stesso se non avesse ottemperato a tali istanze. Con quell'evento si chiude definitivamente l'opposizione interna al regime e si completa la presa del potere.

Per quanto riguarda la consocenza o meno delle idee folli di Hitler da parte di chi lo ha nominato il discorso è complesso. Un esempio però mi sembra interessante. Il partito nazionalpopolare di cui ho accennato era un partito antidemocratico, antirepubblicano, ultranazionalista e molto vicino alle posizioni naziste, almeno nella sua corrente dominante. Tuttavia nel 1925 venne inserito nella coalizione di governo e quasi immediatamente accettò le regole democratiche e diede il suo appoggio a provvedimenti che gli inimicarono la base, l'ultradestra e anche una buona parte dei vertici (in pratica i parlamentari e i ministri agivano indipendentemente dal vertice di partito). E' probabile che si ritenne anche su quell'esempio che il partito nazista, avuti incarichi di governo, tendesse a moderare la sua linea politica. Gli stessi nazionalpopolari che appoggiarono i nazisti ci misero ben poco a pentirsene.

Comunque ti lascio due titoli se ti va di approfondire.

Ciao.
zancafrop
2007-12-22 01:21:32 UTC
Grazie all'alleanza con i conservatori, all'appoggio dei militari e alle SA che andavano a picchiare e talvolta uccidere gli avversari, più o meno democraticamente venne eletto (anche dall'altra parte i comunisti tedeschi usavano gli stessi metodi violenti).

Un governo di "coalizione" come si chiamerebbe oggi fu formato e ovviamente la guida venne data al leader del primo partito, cosa ovvia e corretta in una democrazia. Poi la morte del Presidente Hindenburg si stava avvicinando e Hitler molto scaltro, fece approvare dallo stesso Presidente una norma che accorpava la carica di Cancelliere (presidente del consiglio diciamo...) e Presidente della Repubblica, quindi tutto il potere era nelle sue mani con un Parlamento a maggioranza nazista e pronto ad approvare ogni norma (quando e se veniva interpellato) e gli alleati ormai succubi e messi nell'angolo dal "caporale".

Per quanto riguarda il perché venne eletto chissà, sta di fatto che da una parte si rischiava la dittatura comunista e i tedeschi non volevano certo fare la fine dell'Urss di Lenin prima e Stalin poi, così come la mega inflazione (cariole cariche di soldi per andare a prendere il pane), i debiti di guerra enormi e la disoccupazione che toccava cifre incredibili, i nazisti con un misto di populismo, novità e confusione riuscirono a convincere chi era effettivamente disperato. Sicuramente nei primi anni di governo fece fare dei passi avanti all'economia tedesca ma nel '39 si scoprì che tutto era pianificato per la guerra... basta pensare alla forte industrializzazione, alla rioccupazione delle terre come la Ruhr piene di materie prime, alla costruzione delle autostrade e quant'altro, tutto fatto nel potenziamente militare.
jeppy83
2007-12-21 14:23:37 UTC
In pratica dopo la fine della I°guerra Mondiale, la Germania fu severamente punita dagli altri paesi, i tedeschi erano molto nazionalisti e credevano in 1 Grande Germania come era il Sacro Romano Impero, Hitler ha acceso questi sentimenti nazionalistici e ultra conservatore, se l'è presa con gli ebrei, xkè in Europa all'epoca gli ebrei avevano una solida tradizione di banchieri, quindi erano persone agiate e Hitler iniziò a dire che loro rubavano soldi ai tedeschi puri (anche se da alcuni studi si è visto che Hitler era anche lui 1 ebreo)

Diciamo che le elezioni del 1933 che dettero la vittoria ad Hitler non furono elezioni democratiche e libere come le intendiamo noi oggi nel 2007.

Piccola curiosità, Hitler fino al giorno che fu eletto Cancelliere della Repubblica Tedesca....non era tedesco, infatti Hitler era austriaco e ricevette la tanto sognata cittadinanza tedesca nel momento che ricoprì quell'incarico.
sempreedinuovoGB
2007-12-21 13:17:56 UTC
il duce era mussolini hitler non la messo nessuno al potere era un pazzo dittatore che insieme ai sui adepti che lo appoggiavano cercava di fare la razza pura ( uccidendo ebrei ) ed è salito al potere grazie all'oppressione Vabbè questo in breve ... sono un ignorantone anche io


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