Non hai avuto la sfortuna di ascoltare Giampaolo Pansa, ma di ascoltare un speciale del tg1 con Pansa ospite - una cosa che metterebbe in cattiva luce chiunque, anche un uomo che è stato un ottimo giornalista ed un bravo storico, prima di sopravvivere a sé stesso.
Sarò sincero: QUESTO Pansa non mi piace, e non per le sue tesi "revisioniste" (le sue posizioni non sono affatto nuove), ma per come ha modificato il suo modo di pensare e di esporre le vicende. In origine, Pansa era uno di quei rappresentanti di un revisionismo "critico" (che conta tra gli esponenti gente come Mazzantini e Melagrani), che cercava di far luce sui "lati oscuri della resistenza e di spiegare perché i fascisti ed i saloini avessero compiuto una certa scelta - e fin qui niente di illecito o di scorretto, anzi un'operazuione encomiabile che avrebbe meritato maggior attenzione. Il problema è sorto con gli ultimi lbri, quando il Pansa storico si è fatto trascinare da una deriva non tanto "revisionista" (lo storico è revisionista per sua stessa natura, perché legge e rilegge continuamente le stesse vicende) quanto da una "assolutista", che mostra improvvisamente tutto il marcio da una parte e tutto il bene dall'altra: e allora ecco che alle spiegazioni ed alle notizie documentate ed approfondite si sostituiscono le affermazioni e le dichiarazioni che sembrano slogan, e si passa dal confronto delle vicende alla loro contrapposizione - o meglio, si mostra una parte della vicenda senza darne il quadro generale: si mostrano i partigiani che rasano i capelli alle amanti dei fascisti e le violentano, ma non si spiega che quegli stessi gerarchi avevano violentato e torturato prima (solo per fare un esempio).
In questo contesto, Pansa stesso approfitta non tanto della superficialità delle proprie informazioni, quanto di quella di chi legge ed ascolta, certo che una percentuale minima di loro abbia le competenze e le informazioni per rispondere, e meno ancora la possibilità di ribattere (ad esempio, dimostrando che "il questore comunista" della repressione postbellica altri non fosse che un ex fascista projnto a cambiare bandiera). Uno speciale come quello che hai visto, ovviamente, va tutto a vantaggio di chi pontifica (discorso valido per tutti, sia chiamino Pansa, Guerri, Saviano, Isnenghi...), perché privo di contraddittorio. Un dibattito reale, davanti ad una platea, darebbe un altra immagine, ma permetterebbe anche a Pansa di ritrovare, forse, lo storico che fu...ad esempio, quello che scrisse il saggio "L'Esercito di Salò".
Certo, Pansa ha, almeno ultimamente, il dono di rendersi antipatico e di sembrare superficiale e presuntuoso, ma non credo sia tutta colpa sua. Tu, peraltro, hai pieno diritto alle tue impressioni, e se Pansa ti ha dato quest'idea nessuno può ribatterti che devi imparare l'umiltà: se sei davvero convinto che dica sciocchezze non leggerlo (ma io credevo lo stesso di De Felice, e devo ammettere che se da vecchio pontificava sciocchezze, i suoi libri di storia erano e restano dei documenti eccezionali) e rivolgiti ad altri che ti sembrano più validi. Ma se vuoi dargli un minimo beneficio del dubbio prendilo in mano, magari accompagnandolo con il testo di altri storici.