Domanda:
Mi potete dire come era la situazione in Italia dopo l'Unità in breve?
anonymous
2011-06-16 07:02:44 UTC
È urgente...
Cinque risposte:
odisseo
2011-06-17 03:05:40 UTC
chiedi una risposta breve quando ci sarebbe da rifare tutta la storia dei 150 anni trascorsi!

lo stato che nacque fu uno stato centralizzato di ispirazione burocratica francese. le capitali degli stati divennero province provocando problemi economici, disoccupazione di interi ceti burocratici, scomparsa di aziende che vivevano di forniture e servizi alle decadute istituzioni statali, imposizione delle leggi piemontesi, estensione della moneta piemontese.

Il re era sempre al centro del neo stato unitario, firmava le leggi, convocava o scioglieva le camere e l'esercito giurava fedeltà prima al re e poi all' Italia. Le monete portavano l'effige del re, la bandiera lo stemma dei Savoia al centro e quando la nazionale di calcio dovette scegliere il colore delle maglie fu imposto l'azzurro, colore dei Savoia.

Il regime repressivo attuato nel decennio successivo comportò continue violazioni dello statuto, guerre fratricide, eccidi, violenze.

L'Italia unita ebbe in dote dal Piemonte un enorme deficit di bilancio dovuto a quindici anni di guerre (rese possibili solo attraverso prestiti delle banche inglesi e francesi); il regno Sardo , nel 1859, aveva maturato un disavanzo di 369.308.006 lire. Nel marzo 1861, all'inaugurazione del Regno d'Italia, si partiva con un ulteriore debito di 500. milioni di lire. per estinguere i suoi debiti il Piemonte si vendettero beni demaniali del Regno delle due Sicilie, si prelevò l'oro e la valuta del Banco di Napoli.

P.S. situazione trasporti: nel Regno delle due sicilie, per motivi economici e militari, furono preferite le vie d'acqua, quelle che oggi stanno reinventando col nome di "autostrade del mare". Una estesa flottiglia di imbarcazioni effettuava il piccolo cabotaggio lungo tutte le coste del Regno; in Piemonte e Lombardia fu giocoforza utilizzare le vie di terra (strade e ferrovie) e il trasporto fluviale (queste vie di comunicazione furono fortemente incrementate dopo l'unificazione ; vds. leggi del primo parlamento Italiano che favorivano la costruzione di canali, di impianti per la produzione di energia elettrica).

Nel Regno delle Due Sicilie, all'atto dell' arrivo delle truppe piemontesi, erano in atto i tratti ferroviari tra Capua-Napoli-Salerno; Nocera-avellino; Napoli -Castellammare. in fase di costruzione/progettazione la Salerno- potenza-Taranto; Avellino-Foggia-Bari-Brindisi.

I progetti vennero interrotti e dopo 150 anni la Napoli Foggia è ancora ad un solo binario!

Nel 1840, unico esempio nella penisola, l'Opificio di Pietrarsa (NA) produceva locomotive, materiale rotabile, materiale di armamento delle strade ferrate e vendeva anche al Regno di Sardegna! l'Opificio con l'unificazione venne privato di tutte le commesse in favore della Ansaldo di Genova, voluta da Cavour nel 1853; nel 1906, quando lo stato italiano ebbe bisogno di rinnovare il parco macchine, si acquistarono 50 vecchie locomotive in Inghilterra!

intanto i 3396 km di ferrovie ( di cui circa 500 al sud) erano diventati 13.075 (di cui circa 2000 al sud)

P.S 2 "emigrazione meridionale": l'emigrazione nel Regno delle due Sicilie non si conosceva e iniziò solo dopo il 1870. Scrive F. Saverio Nitti: "noi mandiamo ogni anno fuori d'europa, dal solo Mezzogiorno,un esercito di quasi 50.000 persone e i contadini di Basilicata, delle Calabrie, del Cilento che non chiedono nulla allo stato, nemmeno bonifiche derisorie, nemmeno consorzi mentitori, nemmeno tariffe di protezione, danno il contingente più largo. Io vorrei fare, e forse farò un giorno una carta del brigantaggio e una dell'emigrazione e l'una e l'altra si completeranno e si potrà vedere quali siano le cause di entrambi":

per C@rol: ipotizzare che " fu l' emigrazione a stroncare questo fenomeno" è offensivo per i milioni di italiani che partirono per le Americhe e contribuirono con il loro lavoro e le loro rimesse a fare lo Stato Italiano più dei cialtroni che si arricchirono depredando il sud. Rammento che nel decennio 1860-1870 un numero tra 20.000 e 70.000 persone (il numero è incerto per la politica di distruzione sistematica delle fonti operate per ordine del governo piemontese) furono vittime della repressione del cosiddetto brigantaggio. Una cifra di gran lunga superiore a quella di tutti i caduti nelle guerre risorgimentali dal 1820 al 1870.
gigispina@ymail.com
2011-06-16 15:24:15 UTC
non splendida.l' italia si riprendeva lentamente dopo le

tre guerre di indipendenza. era anche molto occupato

di rimettere in piedi il meridione
?
2011-06-16 14:13:34 UTC
L'unificazione d'Italia era avvenuta ma essa non aveva certamente risolto i numerosi problemi esistenti: le differenze politiche, economiche sociali, culturali tra le diverse regioni avrebbero creato nuove tensioni e solo molto lentamente l'Italia sarebbe diventata uno stato realmente unitario, infatti al momento dell'unità, l'Italia era uno stato povero, come tutti gli stati dell'Europa meridionale e orientale. L'industrializzazione era agli inizi. La rete ferroviaria era poco sviluppata. L'agricoltura rendeva poco perché era per lo più praticata in modo estensivo, con scarso investimento di capitali e strumenti e tecniche poco efficaci. Vaste distese di terra erano lasciate incolte e destinate esclusivamente al pascolo. Inoltre l'Italia era povera di materie prime, come il carbone e il ferro, che erano indispensabili per lo sviluppo industriale, e anche i capitali erano insufficienti a contribuire allo sviluppo economico. L'Italia era tuttavia contraddistinta al suo interno, da differenze molto profonde, che dipendevano dalla storia dei diversi stati italiani nei secoli precedenti: il Nord era in via di sviluppo, aveva alcune industrie, e aveva migliori condizioni di vita, mentre il Sud non aveva industrie, l'agricoltura era molto arretrata e aveva condizioni di vita pietose. Queste condizioni di vita spinsero molti italiani ad emigrare verso soprattutto gli Stati Uniti, paese che offriva lavoro e migliori condizioni di vita di un'Italia ancora in via di sviluppo.
anonymous
2011-06-16 14:08:22 UTC
in poche parole vi era una situazione anormale, il re Vittorio Emanuele II era diventato re d' Italia ma nonostante ciò non volle cambiare il suo nome in Vittorio Emanuele I , quindi considerava i regno d' Italia come una sua "appendice" e figuriamoci com'era considerato il sud! molti cercarono di portarlo al livello di progresso del nord ma al re non importava niente! in poche parole c' era il regno ma non c' erano gli italiani! in poche parole un palazzo senza fondamenta solide! ;)
C@rol
2011-06-17 10:21:47 UTC
Raggiunta l' unità e proclamato il regno d' Italia nel marzo 1861 era necessario costruire ed organizzare il nuovo stato. Cavour, come si sa, morì il 6 giugno 1861 e nessuno dei politici della destra ( di tendenza liberale moderata, stessa che era stata di Cavour) possedeva l' intelligenza

( bisogna riconoscerlo) del grande statista scomparso. L' Italia era formata da regioni che per secoli e secoli erano rimaste separate politicamente, geograficamente, culturalmente e perfino linguisticamente. Diverso era il grado di sviluppo. Oltre i 3/4 della popolazione erano analfabeti ( 22 milioni di abitanti. Il t.m. di analfabetismo raggiungeva punte del 90% nei territori pontifici, nel Mezzogiorno e nelle isole). La P.A. e l' amministrazione della giustizia era organizzata diversamente da stato a stato. Il sistema scolastico era in gran parte privato e gestito da ecclesiastici. Occorreva riordinare le forze armate ( soprattutto per la futura guerra contro l' Austria per liberare il Veneto e Venezia. Poi c' era anche Roma, il Lazio...) in un unico esercito ed unica marina. Il commercio interno circolava su una rete ferroviaria di circa 1800 km ( estesa soprattutto tra Piemonte e Lombardia). La rete stradale corrispondeva in genere all' antico tracciato romano, da qualche opera stradale realizzata, tra sette e ottocento, nell' area padana ed in quella tosco - emiliana.......La salvaguardia dell' unità fu la prima ed immediata preoccupazione della classe politica. Fu risolta mediante l' estenzione dello statuto albertino e delle strutture amm.ve piemontesi. Questa scelta si tradusse in un rigido centralismo autoritario. In particolare l' estenzione nel meridione dei sistemi fiscali, del centralismo, piemontese, dell' obbligo del servizio militare che privava le famiglie contadine dei giovani in età da lavoro esasperò le popolazioni che videro nel nuovo stato il tradimento delle speranze di riscatto sociale e la causa dell' aggravamento della loro miseria

( esplode la questione meridionale. La chiamò così un grande studioso del mezzogiorno, Giustino Fortunato....). La classe politica unitaria stroncò con estrema durezza il brigantaggio che esplose in queste regioni ( o fu l' emigrazione a stroncare questo fenomeno?), ossessionata dal timore, tra

l' altro, del legittimismo borbonico che tentò in effetti di inserirsi nel brigantaggio meridionale per trasformarlo in una lotta politica anti unitaria. ......


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...