Domanda:
Se l'impero romano non fosse mai nato?
White
2017-04-13 17:13:12 UTC
Mi chiedevo se l'impero non fosse mai nato, ma Roma sarebbe stato solo una città-stato, cosa sarebbe successo al europa?
Cosa sarebbe cambiato?
Dieci risposte:
?
2017-04-13 17:57:58 UTC
se roma fosse rimasta una città trascurabile e non fosse mai nato l'impero, avrebbero prevalso ovviamente i competitori dei romani, che logicamente si sarebbero azzuffati a loro volta tra di loro.

In europa si sarebbe accresciuta l’importanza dei celti, nelle loro varie declinazioni (celtiberi, galli, galati, etc). I germani e altre orde barbariche non avrebbero più avuto ostacoli, ma ci sarebbero stati scontri tra di loro e con i celti. I fenici e soprattutto la loro potente colonia derivata, cartagine, avrebbero dominato la parte occidentale del mediterraneo, mentre di questo mare i greci avrebbero continuato a dominare la porzione orientale. E’ molto probabile che non sarebbe mai nato il cristianesimo, che per nascere aveva bisogno di un impero accentratore e di un imperatore che lo utilizzasse come instrumentum regni. E se non fosse esistito il cristianesimo non sarebbe nato quindi nemmeno l’islam. A guidare l’’europa e il mondo mediterraneo sarebbe rimasto fino ad oggi il mondo greco-ellenistico, in sostanza quella specie di pre-impero romano che nacque dalla spettacolare impresa di alessandro magno: civiltà come quella egizia, mesopotamica, persiana, etc unificate sotto un’unica regia di matrice greca. Forse, quindi, ci sarebbe stata ugualmente qui in europa una grande civiltà degna di misurarsi ad armi pari con quelle orientali, in particolare con la più grande di esse, quella cinese.
Salvatore
2017-04-19 15:48:30 UTC
L'impero romano ha avuto un tale impatto nella storia che è difficile stabilire cosa sarebbe avvenuto senza di esso. Si può provare a fare delle ipotesi. Innanzitutto, se Roma fosse rimasta una città-stato, sarebbe restata sotto il controllo dei re di origine etrusca (i Tarquini). Molto probabilmente, gli Etruschi, all'epoca molto potenti, avrebbero conquistato buona parte dell'Italia. Intanto, nel nord Africa, Cartagine sarebbe rimasta prospera, si sarebbe espansa in Spagna, Sicilia e probabilmente anche in Italia meridionale. Questo avrebbe portato inevitabilmente ad uno scontro con gli etruschi, che con mola probabilità avrebbero perso essendo divisi in città-stato indipendenti. Cartagine avrebbe conquistato il Mediterraneo occidentale, ma non quelle orientale. Lì, negli anni intorno al 190 a.C., un grandissimo re seleucide (Antioco III), che aveva già vinto ovunque e con chiunque, fu sconfitto dai romani per il suo espansionismo europeo(continuo nella fonte)
Giovanni il Teologo
2017-04-14 10:25:53 UTC
Riprendo qui molte delle considerazioni di @alessio e di @Giorgio, le cui risposte ho trovato molto stimolanti, verosimili e interessanti, scusandomi con loro se ripeterò alcuni concetti. Se Roma fosse rimasta un piccolo villaggio etrusco-sabino-latino sulle rive del Tevere e non fosse divenuta prima una Potenza regionale laziale e italica e poi euromediterranea, il destino del mondo sarebbe stato molto diverso e per certi aspetti imprevedibile. Concordo nell'affermare che l'espansione celtica in Europa, senza Roma, sarebbe stata quasi inarrestabile seguendo la valle del Danubio, penetrando in Italia settentrionale, in Gallia, in Iberia e nelle Isole Britanniche: come è avvenuto nella nostra timeline, gli Etruschi sarebbero stati spazzati via dalla Valle Padana e presto o tardi le loro città sarebbero probabilmente cadute sotto il dominio gallico. Nell'Europa continentale e insulare si sarebbe quindi affermata una koiné celtica (Celti o Galli, Celtiberi, Galati in Asia Minore), incapace tuttavia di darsi ordinamenti politici comuni e di creare un impero paragonabile a quello romano. In Africa settentrionale, Cartagine avrebbe potuto conquistare i regni di Numidia e Mauretania e arrivare ai confini dell'Atlante e dell'Aurés, inglobando anche tutta la Spagna centromeridionale con le sue miniere d'oro e di piombo argentifero e conquistando Sardegna, Corsica e Sicilia, dove la polis di Siracusa si sarebbe trovata in una posizione sempre più precaria, dovendo far ricorso a mercenari campani e gallici notoriamente ambiziosi, venali e poco affidabili. Senza la potenza di Roma e la sua espansione nell'Italia centrale e meridionale, i Cartaginesi avrebbero potuto prendere in considerazione l'idea di creare empori commerciali e colonie lungo le coste laziali, sconfiggendo Greci ed Etruschi. D'altra parte, assoggettare le bellicose popolazioni laziali dell'interno (Latini, Volsci, Equi, Ernici, Falisci ecc.) sarebbe stato estremamente difficile e dispendioso, anche se non impossibile. Le poleis della Magna Grecia e della Sicilia si sarebbero dovute confrontare con la pressione sempre maggiore degli Osci, dei Sanniti, dei Lucani, dei Bruttii e dei Cartaginesi e, a meno di ricevere aiuti militari da parte dei regni ellenistici, sarebbero cadute sotto l'influsso o il dominio diretto di queste confederazioni di tribù italiche. Probabilmente la federazione sannita sarebbe riuscita col tempo a creare una Potenza regionale che avrebbe incluso buona parte dell'Italia meridionale fino a lambire i territori di Taranto e Crotone. I regni ellenistici dei Diadochi, di Macedonia, Siria ed Egitto, avrebbero continuato a logorarsi in interminabili guerre fra loro e nelle crisi dinastiche che travagliavano i singoli imperi: dubito che sovrani forti come i seleucidi Antioco III e Antioco IV sarebbero riusciti a invertire la tendenza al declino, anche in assenza dell'ingerenza romana nel Mediterraneo orientale. Il Regno di Siria sarebbe caduto sotto il dominio partico al più tardi nella seconda metà del I secolo a.C. Non è da escludere che i Parti a quel punto si sarebbero fatti promotori di una restaurazione dell'Impero persiano achemenide distrutto da Alessandro Magno, tentando di invadere l'Egitto lagide e il Regno di Pergamo per poi marciare contro la Tracia e la Macedonia. Il Regno di Macedonia avrebbe dovuto vedersela contro le aspirazioni autonomistiche delle poleis greche (Lega etolica e Lega achea), contro le incursioni celtiche e tracie e contro le risorgenti ambizioni iraniche. Mentre Cartagine, approfittando della debolezza etrusca, avrebbe sottomesso l'odierna costa toscana e minacciato da vicino Sagunto e Marsiglia, magari alleandosi con le tribù celtiche e liguri, i Greci sarebbero andati incontro alla decadenza militare e politica, nonostante alcuni grandi condottieri come Alessandro il Molosso o Pirro, re dell'Epiro. Il Mediterraneo centrale e occidentale sarebbe divenuto un lago punico e la lingua d'uso sarebbe stata semitica: non è escluso che Cartagine e l'Egitto avrebbero guerreggiato fra loro per il possesso della Cirenaica, di Creta, Cipro e Rodi. Nel I secolo a.C. i Germani avrebbero avviato a loro volta il loro ciclo espansivo e, in assenza delle legioni romane, avrebbero soggiogato senza problemi i Celti della Gallia, spingendosi anche in Italia settentrionale e forse in Britannia, mentre nell'odierna Romania sarebbe sorto un forte regno dacico che avrebbe arginato le scorrerie dei Sarmati da oriente e quelle dei Germani da occidente. Il mio bilancio conclusivo sarebbe questo: creazione di una serie di regni barbarici germano-celtici in Gallia, Iberia centrosettentrionale e Italia settentrionale; conflitti fra Punici e Germani (insieme ai loro sudditi Galli) lungo i confini provenzali, del Tago e del Tevere; sopravvivenza sempre più stentata delle poleis elleniche in Asia Minore, Grecia continentale, insulare e peninsulare dovuta alle invasioni di Traci, Illiri, Celti e all'avanzata dei Parti fino alle coste del Mar Egeo (Siria, Fenicia, Palestina, Egitto); caduta del Regno d'Egitto smembrato fra Parti e Cartaginesi. Lo stato di conflittualità permanente ed endemica in Europa continentale e nel bacino del Mediterraneo avrebbe portato a un'insicurezza generale dei commerci, a un regresso delle civiltà urbane stanziali (prevalenza degli oppida germano-celtici rispetto alle poleis greche e assenza di colonie romane). L'affermazione dei Parti nel Medio Oriente avrebbe comportato il sorgere di una civiltà iranica con profondi influssi ellenistici e in quella parte di mondo la religione più diffusa sarebbe stato il Mazdeismo. In Palestina il Giudaismo del Secondo Tempio avrebbe continuato a prosperare ma configurandosi come un culto locale a base etnico-religiosa. I regni barbarici dell'Europa continentale (non influenzati da Roma e dalla sua civiltà) sarebbero stati indubbiamente più poveri, privi di scrittura (a meno di mutuarla dai Marsigliesi o dai Punici e di adattare il loro alfabeto alla fonetica germanica), economicamente arretrati e in perenne lotta fra loro per la supremazia. In queste circostanze, se anche il Cristianesimo fosse riuscito a sorgere, avrebbe trovato condizioni molto meno favorevoli per la sua diffusione, in assenza del sistema viario, urbano e giuridico romano e della Pax Romana, garantita dall'unificazione del bacino del Mediterraneo. Di conseguenza non sarebbe nato neppure l'Islam e il mondo sarebbe stato completamente stravolto rispetto a come lo conosciamo oggi: è probabile che alla fine si sarebbe instaurata un'alleanza fra Parti e Cartaginesi basata sul riconoscimento delle rispettive sfere d'influenza e sulla comune lotta ai Barbari di Occidente e d'Oriente (Germani, Galli, Sarmati, Berberi, Arabi, Unni ecc.). La cultura celtica sarebbe sopravvissuta in Scozia, in Irlanda, in Cornovaglia, nel Galles e in tutte quelle regioni ritenute poco appetibili dagli invasori germanici. A lungo andare, però, anche Cartagine e l'Impero partico sarebbero crollati sotto la pressione dei Berberi e degli Unni; la civiltà e la cultura greche sarebbero scomparse quasi senza lasciare traccia, soppiantate da Germani, Slavi, e popolazioni turcofone provenienti dalle steppe dell'Asia centrale. Sarebbe un mondo incredibilmente meno civilizzato e primitivo rispetto a quello in cui viviamo, e decisamente poco appetibile per un (eventuale) esercito cinese in marcia attraverso il bacino del Tarim fino al Mar Caspio. I Greci di Crimea si sarebbero fusi coi Goti e con le popolazioni circostanti dando vita a un interessante esperimento di contaminazione culturale. Solo la Cina, il Giappone, l'India, le civiltà africane e del Sud-Est asiatico sarebbero uscite relativamente indenni da questo cataclisma e sarebbero state piuttosto simili a quel che gli Europei della nostra linea temporale hanno incontrato nel corso dei loro viaggi di esplorazione a partire dal XVI secolo.
?
2017-04-14 09:20:01 UTC
be Cartagine sarebbe stata la signora del mediterraneo occidentale e dell' Africa nord occidentale fino a scontrarsi contro il regno egiziano e avrebbe presto o tardi conquistato l' urbe, mente a oriente sarebbero prosperati i regni dell' Epiro e della Siria (che mi sfugge l nome di come si chiamasse all' epoca) mentre l' Arabia non si sarebbe mai unita sotto Maometto ma il regno dei Franchi, di Inghilterra e i vari regni baltici sarebbero sorti più o meno come nella realtà, mentre l' impero Sasanide avrebbe vissuto ancora qualche secolo ma sarebbe caduto comunque sotto pressioni interne e esterne. La storia cinese, mongola e unna sarebbe continuata cosi come nella realtà mentre non sarebbe mai nato l' impero Moghul in India. L' impero inglese non sarebbe stato mondiale sempre se fosse mai esistito calcolando che Cartagine avrà pochi nemici fino alle invasioni barbariche ma riuscirà ad impedire la conquista del Nord Africa ma perderà tutti i possedimenti europei. Analogamente tutti i regni ellenici cadranno sotto i popoli barbarici, i vichinghi faranno le loro razzie e conquiste ma non esisterà il sacro romano impero né quello germanico, se esisteranno saranno con totalmente diversi. l' Unità d' Italia la si avrà sotto i longobardi e potranno cadere al massimo sotto i Franchi. Ci sarà la guerra dei cent' anni ma il medioevo sarà molto diverso, e poi la storia sarà imprevedibile perché a questo punto sarà troppo condizionata da troppi se e troppi ma.
Alex67
2017-04-16 09:17:40 UTC
Ovviamente impossibile dare una risposta certa. Il destino dei popoli, delle nazioni e degli imperi, è come il nostro destino personale: impossibile rispondere alle domande con i se e ma. Il caso governa molto il destino nostro e della storia. Un mio amico, parlando di questo, mi disse "pensa se mio padre non fosse scivolato con la moto davanti al bar dove mia madre faceva la barista, dato che i due non si conoscevano e lui non passava mai di li, tu ora staresti parlando con me?" Ti faccio un esempio storico: se Hitler fosse morto nell'attentato birreria Monaco 1938? Niente seconda guerra mondiale? Niente guerra fredda? Impossibile rispondere con certezza. Faccio comunque i complimenti a @Alessio @Giorgio @Ste bank etc. tutte le loro ipotesi sono plausibili.
raganelvannutel
2017-04-15 09:38:48 UTC
Davvero troppo difficile.

Con i 'se' (ed i 'ma') non si fa la storia, è notorio.

Complimenti, tuttavia, a ste ban4 per le congetture molto ingegnose, bravi anche giorgio ed alessio.

In ogni caso l'impero romano fu una realtà di tale peso immane nella storia che cancellarlo lascerebbe uno spazio immenso a variabili numerosissime.



Questioncella di dettaglio: i Daci non erano di stirpe pressappoco germanica?
?
2017-04-13 17:35:03 UTC
Non sarebbe mai nato
2017-04-15 18:04:20 UTC
hyuu
Ste Ban4
2017-04-14 10:36:16 UTC
Riprendo qui molte delle considerazioni di @alessio e di @Giorgio, le cui risposte ho trovato molto stimolanti, verosimili e interessanti, scusandomi con loro se ripeterò alcuni concetti. Se Roma fosse rimasta un piccolo villaggio etrusco-sabino-latino sulle rive del Tevere e non fosse divenuta prima una Potenza regionale laziale e italica e poi euromediterranea, il destino del mondo sarebbe stato molto diverso e per certi aspetti imprevedibile. Concordo nell'affermare che l'espansione celtica in Europa, senza Roma, sarebbe stata quasi inarrestabile seguendo la valle del Danubio, penetrando in Italia settentrionale, in Gallia, in Iberia e nelle Isole Britanniche: come è avvenuto nella nostra timeline, gli Etruschi sarebbero stati spazzati via dalla Valle Padana e presto o tardi le loro città sarebbero probabilmente cadute sotto il dominio gallico. Nell'Europa continentale e insulare si sarebbe quindi affermata una koiné celtica (Celti o Galli, Celtiberi, Galati in Asia Minore), incapace tuttavia di darsi ordinamenti politici comuni e di creare un impero paragonabile a quello romano. In Africa settentrionale, Cartagine avrebbe potuto conquistare i regni numidi e arrivare ai confini dell'Atlante e dell'Aurés, inglobando anche tutta la Spagna centromeridionale con le sue miniere d'oro e di piombo argentifero e conquistando Sardegna, Corsica e Sicilia, dove la polis di Siracusa si sarebbe trovata in una posizione sempre più precaria, dovendo far ricorso a mercenari campani e gallici notoriamente ambiziosi e poco affidabili. Senza la potenza di Roma e la sua espansione nell'Italia centrale e meridionale, i Cartaginesi avrebbero potuto prendere in considerazione l'idea di creare empori commerciali e colonie lungo le coste laziali, sconfiggendo Greci ed Etruschi. D'altra parte, assoggettare le bellicose popolazioni laziali dell'interno (Latini, Volsci, Equi, Ernici, Falisci ecc.) sarebbe stato estremamente difficile e dispendioso, anche se non impossibile. Le poleis della Magna Grecia e della Sicilia si sarebbero dovute confrontare con la pressione sempre maggiore degli Osci, dei Sanniti, dei Lucani, dei Bruttii e dei Cartaginesi e, a meno di ricevere aiuti militari da parte dei regni ellenistici, sarebbero cadute sotto l'influsso o il dominio diretto di queste confederazioni di tribù italiche. Probabilmente la federazione sannita sarebbe riuscita col tempo a creare una Potenza regionale che avrebbe incluso buona parte dell'Italia meridionale fino a lambire i territori di Taranto e Crotone. I regni ellenistici dei Diadochi, in Macedonia, Siria ed Egitto avrebbero continuato a logorarsi in interminabili guerre fra loro e nelle crisi dinastiche che travagliavano i singoli imperi: dubito che sovrani forti come i seleucidi Antioco III e Antioco IV sarebbero riusciti a invertire la tendenza al declino, anche in assenza dell'ingerenza romana nel Mediterraneo orientale. Il Regno di Siria sarebbe caduto sotto il dominio partico al più tardi nella seconda metà del I secolo a.C. Non è da escludere che i Parti a quel punto si sarebbero fatti promotori di una restaurazione dell'Impero persiano achemenide distrutto da Alessandro Magno, tentando di invadere l'Egitto lagide e il Regno di Pergamo per poi marciare contro la Tracia e la Macedonia. Il Regno di Macedonia avrebbe dovuto vedersela contro le aspirazioni autonomistiche delle poleis greche (Lega etolica e Lega achea), contro le incursioni celtiche e tracie e contro le risorgenti ambizioni iraniche. Mentre Cartagine, approfittando della debolezza etrusca, avrebbe sottomesso l'odierna costa toscana e minacciato da vicino Sagunto e Marsiglia, magari alleandosi con le tribù celtiche e liguri, i Greci sarebbero andati incontro alla decadenza militare e politica, nonostante alcuni grandi condottieri come Pirro re dell'Epiro. Il Mediterraneo centrale e occidentale sarebbe divenuto un lago punico e la lingua d'uso sarebbe stata semitica: non è escluso che Cartagine e l'Egitto avrebbero guerreggiato fra loro per il possesso della Cirenaica, di Creta e di Rodi. Nel I secolo a.C. i Germani avrebbero avviato a loro volta il loro ciclo espansivo e, in assenza delle legioni romane, avrebbero soggiogato senza problemi i Celti della Gallia, spingendosi anche in Italia settentrionale e forse in Britannia, mentre nell'odierna Romania sarebbe sorto un forte regno dacico che avrebbe arginato le scorrerie dei Sarmati da oriente e quelle dei Germani da occidente. Il mio bilancio conclusivo sarebbe questo: creazione di una serie di regni germano-celtici in Gallia, Iberia centrosettentrionale e Italia settentrionale; conflitti fra Punici e Germani (insieme ai loro sudditi Galli) lungo i confini provenzali, del Tago e del Tevere; sopravvivenza sempre più stentata delle poleis elleniche in Asia Minore, Grecia continentale, insulare e peninsulare dovuta alle invasioni di Traci, Illiri, Celti e all'avanzata dei Parti fino alle coste del Mar Egeo (Siria, Fenicia, Palestina, Egitto); caduta del Regno d'Egitto smembrato fra Parti e Cartaginesi. Lo stato di conflittualità permanente ed endemica in Europa continentale e nel bacino del Mediterraneo avrebbe portato a un'insicurezza generale dei commerci, a un regresso delle civiltà urbane stanziali (prevalenza degli oppida germano-celtici rispetto alle poleis greche e assenza di colonie romane). L'affermazione dei Parti nel Medio Oriente avrebbe comportato il sorgere di una civiltà iranica con profondi influssi ellenistici e in quella parte di mondo la religione più diffusa sarebbe stato il Mazdeismo. In Palestina il Giudaismo del Secondo Tempio avrebbe continuato a prosperare ma configurandosi come un culto locale a base etnico-religiosa. I regni barbarici dell'Europa continentale (non influenzati da Roma e dalla sua civiltà) sarebbero stati indubbiamente più poveri, privi di scrittura (a meno di mutuarla dai Marsigliesi o dai Punici adattando il loro alfabeto alla fonetica germanica), economicamente arretrati e in perenne lotta fra loro per la supremazia. In queste circostanze, se anche il Cristianesimo fosse riuscito a sorgere, avrebbe trovato condizioni molto meno favorevoli per la sua diffusione, in assenza del sistema viario e giuridico romano e della Pax Romana garantita dall'unificazione del bacino del Mediterraneo. Di conseguenza non sarebbe nato neppure l'Islam e il mondo sarebbe stato completamente stravolto rispetto a come lo conosciamo oggi: è probabile che alla fine si sarebbe instaurata un'alleanza fra Parti e Cartaginesi basata sul riconoscimento delle rispettive sfere d'influenza e sulla comune lotta ai Barbari di Occidente e d'Oriente (Germani, Galli, Sarmati, Unni ecc.). La cultura celtica sarebbe sopravvissuta in Scozia, in Irlanda, in Cornovaglia, nel Galles e in tutte quelle regioni ritenute poco appetibili dagli invasori germanici. A lungo andare, però, anche Cartagine e l'Impero partico sarebbero crollati sotto la pressione dei Berberi e degli Unni; la civiltà e la cultura greche sarebbero scomparse quasi senza lasciare traccia, soppiantate da Germani, Slavi, e popolazioni turcofone provenienti dalle steppe dell'Asia centrale. Sarebbe un mondo incredibilmente meno civilizzato e primitivo rispetto a quello in cui viviamo, e decisamente poco appetibile per un (eventuale) esercito cinese in marcia attraverso il bacino del Tarim fino al Mar Caspio. I Greci di Crimea si sarebbero fusi coi Goti e con le popolazioni circostanti dando vita a un interessante esperimento di contaminazione culturale. Solo la Cina, il Giappone, l'India, le civiltà africane e del Sud-Est asiatico sarebbero uscite relativamente indenni da questo cataclisma e sarebbero state piuttosto simili a quel che gli Europei della nostra linea temporale hanno incontrato nel corso dei loro viaggi di esplorazione a partire dal XVI secolo.



GIOVANNI, ABOMINEVOLE URANISTA, SPREGEVOLE LENONE, COPIATORE COMPULSIVO DI RISPOSTE ALTRUI! VERGOGNATI PARASSITA!



Per fortuna sono sempre meno gli sprovveduti che ci cascano https://answersrip.com/question/index?qid=20170409183602AAPvB05
anonimo
2017-04-13 23:29:28 UTC
Ergastolo per Fabio Di Lello


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