Domanda:
miniere e seconda guerra mondiale?
anonymous
2008-06-05 04:51:09 UTC
vorrei sapere come posso collegare le miniere con la seconda guerra mondiale (mettendo anke pirandello) per la mia tesina. grazie help me!!!!
Quattro risposte:
Stefano
2008-06-05 05:16:58 UTC
Pirandello non saprei, però puoi collegare la 2 guerra mondiale alle miniere dicendo che le miniere rivestivano un ruolo fondamentale ed il loro controllo (e quindi l' avere materie prime) era un fattore fondamentale durante gli anni 30 e 40. Infatti i territori europei più ambiti erano le ricche regioni (minerarie) dell' Alsazia e della Lorena in Francia (che saranno poi invase e sfruttate dai tedeschi) e la Rurh, la regione mineraria nei pressi del Reno, che si trovava in Germania e che era il polo produttivo tedesco. Infatti il maggiore dei timori tedeschi durante la conquista della Polonia era un offensiva alleata proprio nela reniana, che avrebbe privato la Germania del suo potenziale produttivo.



Queste sono alcune informazioni utili per collegare questi 2 argomenti, poi sta a te elaborarli meglio ;>
Giulio D
2008-06-05 13:52:25 UTC
Dunque... per Pirandello puoi mettere la novella di "Ciaula scopre la luna" che parla proprio delle miniere, ma per la seconda guerra mondiale ti consiglio di guardare le caverne della Westfalia in cui i nazisti deportarono moltissima gente (circa 20.000 persone) per creare delle fabbriche sotterranee pe rla costruzione dei missili V1 e V2, la più famosa a Dora Mittelbau, ricordo che ne parlavano in una puntata della grande storia su raitre "I misteri del nazismo 2" (dovresti trovarlo su emule) il resto dovresti trovarlo su internet
gilardianna
2008-06-05 11:55:11 UTC
prova a vedere su wikipedia
anonymous
2008-06-05 11:56:02 UTC
I primi anni di pirandello:L'infanzia di Pirandello non fu sempre serena ma, come lui stesso racconterà nel 1935, caratterizzata anche dalla difficoltà di comunicare con gli adulti e in specie con i suoi genitori, in modo particolare con il padre. Questo lo stimolò ad affinare le sue capacità espressive e a studiare il modo di comportarsi degli altri per cercare di corrispondervi al meglio.



Fin da ragazzo soffriva d'insonnia e dormiva abitualmente solo 3 ore per notte.



Il giovane Luigi era molto devoto alla Chiesa Cattolica grazie all'influenza che ebbe su lui una serva di famiglia, che lo avvicinò alle pratiche religiose, ma inculcandogli anche credenze superstiziose fino a convincerlo della paurosa presenza degli spiriti.



La chiesa e i riti della confessione religiosa gli permettevano di accostarsi ad un'esperienza di misticismo, che cercherà di raggiungere in tutta la sua esistenza.



Si allontanò dalle pratiche religiose per un avvenimento apparentemente di poco conto: un prete aveva truccato un'estrazione a sorte per far vincere un'immagine sacra al giovane Luigi; questi rimase così deluso dal comportamento inaspettatamente scorretto del sacerdote che non volle più avere a che fare con la Chiesa, praticando una religiosità del tutto diversa da quella ortodossa.



Dopo l'istruzione elementare impartitagli da maestri privati, andò a studiare in un istituto tecnico e poi al ginnasio. Qui si appassionò subito alla letteratura. A soli undici anni scrisse la sua prima opera, "Barbaro", andata perduta.



Per un breve periodo, nel 1886, aiutò il padre nel commercio dello zolfo, e poté conoscere direttamente il mondo degli operai nelle miniere e quello dei facchini delle banchine del porto mercantile.



Iniziò i suoi studi universitari a Palermo nel 1886, per recarsi in seguito a Roma, dove continuò i suoi studi di filologia romanza che poi, anche a causa di un insanabile conflitto con il rettore dell'ateneo capitolino, dovette completare su consiglio del suo maestro Ernesto Monaci, a Bonn [3]



A Bonn, importante centro culturale di quei tempi, Pirandello seguì i corsi di filologia romanza ed ebbe l'opportunità di conoscere grandi maestri come Franz Bücheler, Hermann Usener e Richard Förster.



Si laureò nel 1891 con una tesi sulla parlata agrigentina "Voci e sviluppi di suoni nel dialetto di Girgenti" (Laute und Lautentwickelung der Mundart von Girgenti).



Il tipo di studi gli fu probabilmente di fondamentale aiuto nella stesura delle sue opere, dato il raro grado di purezza della lingua italiana utilizzata.





Il giovane laureato [modifica]

Nel 1892 Pirandello si trasferì a Roma, dove poté mantenersi grazie agli assegni mensili inviati dal padre. Qui conobbe Luigi Capuana che lo aiutò molto a farsi strada nel mondo letterario e che gli aprì le porte dei salotti intellettuali dove ebbe modo di conoscere giornalisti, scrittori, artisti e critici.



Nel 1894, a Girgenti, Pirandello sposò Maria Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre. Questo matrimonio probabilmente concordato soddisfaceva anche gli interessi economici della famiglia di Pirandello. Nonostante ciò tra i due coniugi nacque veramente l'amore e la passione. Grazie alla dote della moglie, la coppia godeva di una situazione molto agiata, che le permise di trasferirsi a Roma.



Nel 1895, a completare l'amore tra gli sposi, nacque il primo figlio: Stefano, a cui seguirono due anni dopo, Rosalia (1897) e nel 1899 Fausto.





Il crollo finanziario [modifica]

Nel 1903, un allagamento e una frana in una miniera di zolfo del padre, nella quale era stata investita parte della dote di Antonietta, e da cui anche Pirandello e la sua famiglia traevano un notevole sostentamento, li ridusse sul lastrico.



Questo avvenimento accrebbe il disagio mentale, già manifestatosi, della moglie di Pirandello, Antonietta. Ella andava sempre più spesso soggetta a crisi isteriche, causate anche dalla gelosia, a causa delle quali o Antonietta rientrava dai genitori in Sicilia, o era Pirandello a esser costretto a lasciare la casa.



Solo diversi anni dopo, nel 1919, egli, ormai disperato, acconsentì che Antonietta fosse ricoverata in un ospedale psichiatrico.



La malattia della moglie portò lo scrittore ad approfondire, portandolo ad avvicinarsi alle nuove teorie sulla psicanalisi di Sigmund Freud, lo studio dei meccanismi della mente e ad analizzare il comportamento sociale nei confronti della malattia mentale.



Spinto dalle ristrettezze economiche e dallo scarso successo delle sue prime opere letterarie, e avendo come unico impiego fisso la cattedra di stilistica all'Istituto superiore di magistero femminile, lo scrittore dovette impartire lezioni private di italiano e di tedesco, dedicandosi anche intensamente al suo lavoro letterario. Dal 1909 iniziò anche una collaborazione con il Corriere della Sera.





Il successo [modifica]

Il suo primo grande successo fu merito del romanzo Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904 e subito tradotto in diverse lingue. La critica non dette subito al romanzo il successo che invece ebbe tra il pubblico. Numerosi critici non seppero cogliere il carattere di novità del romanzo, come d'altronde di altre opere di Pirandello. Perché Pirandello arrivasse al successo riconosciuto si dovette aspettare il 1922, quando si dedicò totalmente al teatro.





Pirandello e la politica [modifica]

L'idea politica di fondo di Pirandello era legata al patriottismo risorgimentale. Una sua lettera apparsa nel 1915 sul giornale di Sicilia testimonia gli ideali patriottici della famiglia, proprio nei primi mesi dallo scoppio della Grande Guerra.



Nella sua vita condivise alcune delle idee dei giovani Fasci siciliani e del socialismo; ne I vecchi e i giovani si nota come l'idea politica di Pirandello era stata oscurata dalla riflessione "umoristica" sulla vita.



Per Pirandello, i siciliani avevano subito le peggiori ingiustizie dai vari governi italiani: è questa l'unica idea forte che ci presenta.





Rapporti con il Fascismo [modifica]

Nel 1924 il quotidiano L'Impero pubblica un telegramma inviato da Pirandello a Mussolini:



« Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima degno di entrare nel Partito Nazionale Fascista, pregierò come massimo onore tenermi il posto del più utile e obbediente gregario. Con devozione intera »





Nel 1925 Pirandello è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile.



L'adesione di Pirandello al Fascismo fu alquanto imprevedibile, anche tra i suoi più stretti amici. La motivazione migliore che è stata elaborata per spiegare tale scelta è che il fascismo lo riconduceva a quegli ideali patriottici e risorgimentali di cui Pirandello era convinto sostenitore, anche per le radici garibaldine del padre. Pirandello vedeva nel Fascismo la prima idea originale post-risorgimentale, che doveva essere la "forma" nuova per l'Italia e divenire modello per l'Europa.



Un'altra motivazione molto più pragmatica è la fondazione della nuova compagnia teatrale: l'iscrizione al partito serviva per poter ricevere il sostegno governativo e le relative sovvenzioni economiche.



Tuttavia la critica fascista non esaltava le opere di Pirandello, anche perché queste non erano in linea con gli ideali fascisti.





Il rifugio di Soriano nel Cimino [modifica]

Luigi Pirandello amava trascorrere ampi periodi dell'anno nella quiete di Soriano nel Cimino (VT) una amena e bella cittadina ricca di monumenti storici ed immersa nei boschi del Monte Cimino. In particolare Pirandello rimase affascinato dalla maetosità e dalla quiete di uno stupendo castagneto sito in loc. "Pian della Britta", a cui egli volle dedicare una omonima poesia, che oggi è scolpita su una lapide di marmo posta proprio in tale località. Pirandello ambientò a Soriano nel Cimino (citando luoghi, località e personaggi realmente esistiti) anche due tra le sue più celebri novelle "Rondone e Rondinella" e "Tomassino ed il filo d'erba". A Soriano nel Cimino, è rimasto vivo ancora oggi il ricordo di Pirandello a cui sono dedicati monumenti, lapidi e strade.





Dalla Grande Guerra al Nobel [modifica]

La guerra fu un'esperienza dura per Pirandello; il figlio Stefano venne infatti imprigionato dagli austriaci, e, una volta rilasciato, ritornò in Italia gravemente malato e con i postumi di una ferita. Durante la guerra, inoltre, le condizioni psichiche della moglie si aggravarono al punto da rendere inevitabile il ricovero in manicomio (1919).



Dopo la guerra, lo scrittore si immerse in un lavoro frenetico, dedicandosi soprattutto al teatro. Nel 1925 fondò la "Compagnia del teatro d'arte" con due grandissimi interpreti dell'arte pirandelliana: Marta Abba e Ruggero Ruggeri. Con questa compagnia cominciò a viaggiare per il mondo: le sue commedie vennero rappresentate anche nei teatri di Broadway. Nel 1929 gli venne conferito il titolo di Accademico d'Italia. Nel giro di un decennio arrivò ad essere il drammaturgo di maggior fama nel mondo, come testimonia il premio Nobel ricevuto nel 1934.


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