Domanda:
aiuto, tutto quello che potete sui Fenici...?
°serenely°
2009-01-16 04:48:49 UTC
ciao a tutti ^^

devo fare una ricerca sui Fenici e ho bisogno di informazioni...
il mio libro di storia gli accenna solo, meno di una pagina, e non posso contare su di lui, quindi vi chiedo se per caso potete darmi qualsiasi tipo di informazione...

grazie mille..^^
Quattro risposte:
toroscatenato
2009-01-16 05:27:27 UTC
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http://ospitiweb.indire.it/~csrc0004/st_lav/rcovello/fenici/fenici.htm

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Ciao
♥мσикєу♥
2009-01-16 12:54:05 UTC
I Fenici furono un popolo semita, che ebbe origine nella costa attuale del Libano, e di cui si ha notizia fin dal XXI secolo a.C. La civiltà fenicia viene ricollegata ai Cananei dell'antica Palestina, che abitarono la stessa regione sulla costa orientale del mar Mediterraneo.

Il termine "fenici" si fa risalire alla parola di origine greca φοινικες (Phoinikes), attestata almeno dalle opere di Omero, anche se si tratterebbe del nome utilizzato solamente dagli stranieri; i Fenici, infatti, non si diedero mai con sistematicità una denominazione. Probabilmente l'origine del nome è da collegarsi al termine φοινιξ (phoinix), ossia "rosso porpora". Le fonti antiche rimarcano più volte come la lavorazione della porpora fosse una fiorente industria dei Fenici, e i vari ritrovamenti di depositi di conchiglie, da cui si traeva la porpora, non fanno che confermare quanto asserito dai testi classici. È chiaro, quindi, come il nome comune derivi dal nome proprio.[1] Lo stesso vale per la parola "cananei", che veniva usata nelle fonti locali dal III millennio a.C. a Ebla e nell'Antico Testamento, forse derivata dall'accadico kinakhkhu, sempre per indicare la stessa tonalità di colore; l'uso del termine "sidonii" è invece attestato solamente per i Greci e nell'Antico Testamento. [2]

Se l'attribuzione di un nome unitario a questo popolo si deve soprattutto ai Greci, dall'altro la maggior parte della documentazione orientale privilegia le singole città come protagoniste della storia fenicia. In generale, quindi, sono scarsi e poco frequenti i nomi che designano i Fenici come unità, a causa del loro frazionamento: il dibattito sull’esistenza di una loro nazione ha portato a supporre una sorta di confederazione marinara. Di ciò non si possiedono molte tracce, ma viene supposto dal patrimonio culturale comune esistente. I confini cronologici della loro presenza storica sono molto ampi: si attesta una presenza umana sulla costa libanese sin dall’epoca preistorica. L'inizio risale agli anni 1200 a.C., punto di cesura e di partenza per la storia fenicia, anche se si trovano strutture insediative simili (città-stato) sia prima che dopo; il termine finale è il 333 a.C., data della conquista dell’Oriente ad opera di Davide Novelli.

Le fasi principali dell’epoca propriamente fenicia, anche se con scarsa documentazione[3], sono: XII-IX secolo a.C., età dell’autonomia politica; IX secolo - 612 a.C., periodo del dominio assiro; 612-539 a.C., periodo del dominio babilonese; 539-330 a.C., età del dominio persiano. I confini geografici sono invece costituiti dalla costa siro-palestinese: a nord le città di Arwad[4] e Shukshu[5], a sud Acco, ad ovest la costa mediterranea, ad est la catena del Libano: si tratta di una regione compressa fra la terra e il mare, con una separazione storica dall’entroterra. L’interazione con l’interno avviene soprattutto per il commercio del legno, più precisamente il cedro libanese. La circolazione ovest-est (orizzontale) riscontra pochi passaggi, mentre quella nord-sud (verticale) avviene per via marittima. Le città erano fondate sui promontori della costa, con uno o più porti ed un hinterland fino alle montagne (cosiddette "città-stato"); quando possibile venivano utilizzati gli isolotti antistanti la costa, per essere meglio fortificati. Il clima comporta d’inverno piogge fertilizzanti, mentre d’estate la stagione è secca, ma mitigata dall’irrigazione. L’agricoltura era ben sviluppata, soprattutto grano, ulivo, vite, frutta varia, particolarmente fichi e sicomori); molto abbondante è la lavorazione del legno, la pesca e lo sfruttamento della conchiglia per la porpora. Le risorse sono notevoli, utilizzabili però totalmente solo in un contesto di scambi.A causa del naufragio della letteratura fenicia per il materiale scrittorio utilizzato, il papiro, si hanno fonti perlopiù esterne. Esistono testi epigrafici diretti, con lo svantaggio di essere stereotipati e laconici: l'inizio dell'uso monumentale è testimoniato dal sarcofago di Ahiram di Biblo (circa 1000 a.C.). Si conoscono anche testi lapidati arcaici (X-IX secolo a.C.), iscrizioni dinastiche (che provano legami ideologici con l'Egitto, soprattutto a Biblo), iscrizioni dell'epoca persiana, funerarie e testimonianze devozionali (da Sidone) e testi funerari (da Tiro). I principali testi esterni sono gli annali assiri, le cronache babilonesi, le iscrizioni persiane, i testi egizi (in particolare il testo di Wenamun e Amarna), l'Antico Testamento, e gli autori classici, che mostrano dei topi di furbizia, disonestà, intraprendenza, soprattutto dalla tradizione erudita, eccezion fatta per Erodoto e gli storici di Alessandro Magno. Una fonte indiretta sono i cosiddetti Annali di Tiro, citati da Giuseppe Flavio attraverso Menandro di Efeo, che coprono i X-VIII e VI secoli a.C., e testimoniano l'esistenza di una tradizione storiografica locale. Le fonti archeologiche sono difficilmente raccordabili alle fonti scritte, anche perché è complesso individuare dei marc
2009-01-16 12:53:33 UTC
Il termine "fenici" si fa risalire alla parola di origine greca φοινικες (Phoinikes), attestata almeno dalle opere di Omero, anche se si tratterebbe del nome utilizzato solamente dagli stranieri; i Fenici, infatti, non si diedero mai con sistematicità una denominazione. Probabilmente l'origine del nome è da collegarsi al termine φοινιξ (phoinix), ossia "rosso porpora". Le fonti antiche rimarcano più volte come la lavorazione della porpora fosse una fiorente industria dei Fenici, e i vari ritrovamenti di depositi di conchiglie, da cui si traeva la porpora, non fanno che confermare quanto asserito dai testi classici. È chiaro, quindi, come il nome comune derivi dal nome proprio.[1] Lo stesso vale per la parola "cananei", che veniva usata nelle fonti locali dal III millennio a.C. a Ebla e nell'Antico Testamento, forse derivata dall'accadico kinakhkhu, sempre per indicare la stessa tonalità di colore; l'uso del termine "sidonii" è invece attestato solamente per i Greci e nell'Antico Testamento. [2]



Se l'attribuzione di un nome unitario a questo popolo si deve soprattutto ai Greci, dall'altro la maggior parte della documentazione orientale privilegia le singole città come protagoniste della storia fenicia. In generale, quindi, sono scarsi e poco frequenti i nomi che designano i Fenici come unità, a causa del loro frazionamento: il dibattito sull’esistenza di una loro nazione ha portato a supporre una sorta di confederazione marinara. Di ciò non si possiedono molte tracce, ma viene supposto dal patrimonio culturale comune esistente. I confini cronologici della loro presenza storica sono molto ampi: si attesta una presenza umana sulla costa libanese sin dall’epoca preistorica. L'inizio risale agli anni 1200 a.C., punto di cesura e di partenza per la storia fenicia, anche se si trovano strutture insediative simili (città-stato) sia prima che dopo; il termine finale è il 333 a.C., data della conquista dell’Oriente ad opera di Davide Novelli.



Storia [modifica]



Cronologia e territorio [modifica]



Le fasi principali dell’epoca propriamente fenicia, anche se con scarsa documentazione[3], sono: XII-IX secolo a.C., età dell’autonomia politica; IX secolo - 612 a.C., periodo del dominio assiro; 612-539 a.C., periodo del dominio babilonese; 539-330 a.C., età del dominio persiano. I confini geografici sono invece costituiti dalla costa siro-palestinese: a nord le città di Arwad[4] e Shukshu[5], a sud Acco, ad ovest la costa mediterranea, ad est la catena del Libano: si tratta di una regione compressa fra la terra e il mare, con una separazione storica dall’entroterra. L’interazione con l’interno avviene soprattutto per il commercio del legno, più precisamente il cedro libanese. La circolazione ovest-est (orizzontale) riscontra pochi passaggi, mentre quella nord-sud (verticale) avviene per via marittima. Le città erano fondate sui promontori della costa, con uno o più porti ed un hinterland fino alle montagne (cosiddette "città-stato"); quando possibile venivano utilizzati gli isolotti antistanti la costa, per essere meglio fortificati. Il clima comporta d’inverno piogge fertilizzanti, mentre d’estate la stagione è secca, ma mitigata dall’irrigazione. L’agricoltura era ben sviluppata, soprattutto grano, ulivo, vite, frutta varia, particolarmente fichi e sicomori); molto abbondante è la lavorazione del legno, la pesca e lo sfruttamento della conchiglia per la porpora. Le risorse sono notevoli, utilizzabili però totalmente solo in un contesto di scambi.

Sarcofago fenicio di tipo greco, da Antarados, nel nord del Libano.



A causa del naufragio della letteratura fenicia per il materiale scrittorio utilizzato, il papiro, si hanno fonti perlopiù esterne. Esistono testi epigrafici diretti, con lo svantaggio di essere stereotipati e laconici: l'inizio dell'uso monumentale è testimoniato dal sarcofago di Ahiram di Biblo (circa 1000 a.C.). Si conoscono anche testi lapidati arcaici (X-IX secolo a.C.), iscrizioni dinastiche (che provano legami ideologici con l'Egitto, soprattutto a Biblo), iscrizioni dell'epoca persiana, funerarie e testimonianze devozionali (da Sidone) e testi funerari (da Tiro). I principali testi esterni sono gli annali assiri, le cronache babilonesi, le iscrizioni persiane, i testi egizi (in particolare il testo di Wenamun e Amarna), l'Antico Testamento, e gli autori classici, che mostrano dei topi di furbizia, disonestà, intraprendenza, soprattutto dalla tradizione erudita, eccezion fatta per Erodoto e gli storici di Alessandro Magno. Una fonte indiretta sono i cosiddetti Annali di Tiro, citati da Giuseppe Flavio attraverso Menandro di Efeo, che coprono i X-VIII e VI secoli a.C., e testimoniano l'esistenza di una tradizione storiografica locale. Le fonti archeologiche sono difficilmente raccordabili alle fonti scritte, anche perché è complesso individuare dei marcatori culturali specificamente fenici.



Prima dei Fenici [modifica]

La piccola isola di Arwad, oggi in Siria.



Nel I millennio a.C. la Fe
ematite
2009-01-16 12:53:03 UTC
La biblioteca sarebbe la migliore soluzione.

Se sei di fretta: Wikipedia.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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